2019-01-18

S. Antonio, Coldiretti: allevatori custodi di biodiversità Nel Lario a rischio la capra di Livo e la Verzaschese

La “Verzaschese” è stata introdotta negli Anni Settanta del secolo scorso dalla vicina Svizzera, ed è oggi diffusa nelle province di Como e Varese: razza rustica, sobria, contraddistinta dal caratteristico mantello nero; la “Capra di Livo”, che non supera i 2500 capi, è invece diffusa solo nel Lario occidentale, quasi esclusivamente lungo la catena Mesolcina tra il Passo San Jorio ed il Passo dello Spluga.
Sono due tra le “razze a rischio estinzione” il cui futuro è affidato al lavoro e all’impegno quotidiano degli allevatori che operano sulle montagne delle province lariane e del settentrione lombardo.
Lo rimarca Coldiretti Como Lecco in occasione della giornata di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.

Si calcola che, negli ultimi dieci anni in Lombardia sono scomparsi quasi 700 mila tra mucche, maiali, pecore e capre: in particolare – sottolinea la Coldiretti lariana – dal 2008 la “fattoria lombarda” ha perso solo tra gli animali più grandi, circa 10 mila tra mucche e bufale, oltre 680 mila maiali, più di 8 mila tra pecore e capre. Nonostante ciò, la nostra regione può contare su un patrimonio zootecnico con oltre 4 milioni di suini 1,5 milioni di bovini e oltre 200 mila ovicaprini.

Con la diminuzione dei capi allevati – spiega Coldiretti Como Lecco – è a rischio la biodiversità delle stalle lariane e lombarde, dove sono minacciate di estinzione 14 razze: 6 di bovini, 3 di ovini e 5 di caprini. Un patrimonio composto da veri e propri tesori della natura e della storia. Oltre alla capra Verzaschese e di Livo, sono a rischio scomparsa anche la “Orobica” dalle corna imponenti e il cui latte è utilizzato per la realizzazione del Bitto Storico, la capra Frontalasca che prende il nome dal paese dell’alta Valtellina di cui è originaria e la Bionda dell’Adamello.
A questi – continua la Coldiretti Lombardia – si aggiungono le pecore: da quella di Corteno diffusa nella Comunità Montana di Valle Camonica, alla Ciuta che per un periodo si è creduta estinta, fino alla pecora Brianzola.
Tra i bovini lombardi a rischio ci sono invece la Varzese, unica razza bovina autoctona della nostra regione diffusasi probabilmente dopo l’arrivo dei Longobardi, e la Cabannina, dalla caratteristica riga color crema sul dorso, la Bianca di Val Padana il cui latte è utilizzato per produrre il Parmigiano Reggiano, la Rendena razza longeva per eccellenza, la Bruna Linea Carne discendente da animali diffusi in Svizzera, Austria e Baviera, e la Grigio Alpina che può arrivare a pesare fino 650 chili.

“Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – commenta Fortunato Trezzi, presidente interprovinciale di Coldiretti – vanno tutelati e protetti anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando una stalla chiude, infatti, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a preservare il territorio”.

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