2019-01-10

Il maestro Umberto Zaccaria, artista raffinato. E pittore-poeta

Le recenti mostre allestite presso il Salotto di L.A. Muratori e alla galleria Decò di Vignola, nel Modenese, hanno ricordato ai numerosi visitatori il suo genio pittorico

di Claudio Redaelli
Ha vissuto l’arte come mestiere e in dicembre due mostre l’hanno celebrato, onorandone la memoria, nella sua terra.
Le rassegne espositive allestite presso il Salotto di L.A. Muratori e alla galleria Decò di Vignola, nel Modenese, hanno ricordato ai numerosi visitatori che Umberto Zaccaria ha saputo indicare nei suoi quadri (e ci ha fatto conoscere) la nostra ricchezza e il nostro patrimonio, beni da custodire e da valorizzare affinché possano continuare ad affascinare coloro i quali dovessero trovarsi ad ammirare gli scorci fermati sulle sue tele.

Zaccaria ha dato importanza al “fare pittura”, “seguendo - come ha scritto Michele Fuoco nel bel catalogo Il mestiere dell’arte pubblicato per l’occasione - l’esempio di maestri del passato, soprattutto degli impressionisti, collocando il cavalletto in mezzo al paesaggio, quasi a immergersi nella natura per assaporare, in un senso di coinvolgimento totale, le sue atmosfere e il variare dei suoi colori, le grandi distese di verde, lo scintillio delle luci in vari momenti della giornata”.

Immensa, del resto, era in lui la gioia di dipingere, con la luce a guidare sapientemente la sua mano, scongiurando ogni rigidezza.
Quante testimonianze sono riportate nella sezione  “Nel ricordo…”, una tra le più corpose del nuovo catalogo! “Il nostro Umberto ci manca tanto “, ha scritto da Bormio Elvio Mainardi. E ha ragione.
“Ogni volta che mi incontravo con un suo dipinto - sono sempre sue parole - immaginavo lui e il suo mondo. Un uomo forte che si inteneriva quando dipingeva, poetico e dolce, entrava nelle sue opere in punta di piedi e con in mano il cuore. Ha sempre avuto grande rispetto per il suo ambiente e mentre con la nebbia e con la sua “ossigenata” poesia impastava i suoi colori, lui non parlava più, amava profondamente il suo silenzio”.
O forse, è giusto aggiungere, parlava con se stesso o con il suo dipinto, che accarezzava lungamente quasi fosse una creatura vivente.

Come non ricordare, poi, a poche settimane di distanza dalle due mostre allestite a Vignola, quanto ebbe a scrivere Walter Visioli? Lui definì Zaccaria “seguace di quel gruppo di maestri che da Morandi in poi hanno avuto l’Emilia come terra d’ispirazione e di residenza, fino a concentrare mirabilmente il suo fervore pittorico nella campagna modenese”.

“La sua sinfonia di toni tiepidi, chiari e velati - rimarcò sempre il maestro Visioli - il tocco discreto con cui costruisce il paesaggio, la fedeltà di riproduzione, tutto ciò è frutto della sua forza di penetrazione contemplativa. Nascono così i suoi “idilli” atmosferici, il cui tratto disegnativo e le velature che lo coprono concorrono insieme a ottenere l’effetto del viraggio morbido”. Insomma, “un pittoricismo delicato e chiarista, amato dall’estimatore colto e sensibile”.

Chi scrive, riferendosi a Zaccaria e alla sua pittura aveva avuto modo di ricordare anni addietro i suoi cieli, miracolosamente azzurri o “vestiti” di candide nubi. E poi la terra contadina della pianura e quei colori che si identificavano con la luce, in una sintesi capace di coinvolgere l’ambiente, la natura e in generale la bellezza.
Per Zaccaria “fare pittura” significava intonare autentici inni alla vita, perché lui era un artista in grado di sperimentare scelte operative anche coraggiose. E aveva un altro pregio, Umberto: quello di saper apprendere faticando. E faticando molto.

Come non soffermarsi, infine, su un passaggio dell’efficace testimonianza di Michele Fuoco che apre il catalogo Il mestiere dell’arte? Il passaggio è quello in cui si afferma che “negli anni Novanta e Duemila la pennellata si fa equilibrata e controllata e l’immagine si arricchisce di tonalità più chiare, in una rappresentazione analiticamente strutturata, dove viti, arbusti e rami conferiscono, in una miriade di segni intrecciati, ritmo e movimento alla scena naturalistica”.

Ecco Umberto Zaccaria, artista raffinato. E pittore-poeta che nessuno dimenticherà.

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