2018-12-24

LECCO, WELFARE STATE

ENRICO MAGNI 

Il Sindaco di Lecco festeggia e brinda la chiusura dell’anno con la Giunta e qualche supportersdi passaggio nei corridoi al primo piano di Palazzo Bovara sede della Casa comunale, affermando che è stato l’anno più importante per i risultati raggiunti. Beato lui. Buon Natale carissimo Sindaco con sincero affetto. Mi dispiace ma non  riesco a condividere questa ebbrezza anzi mi sento dall’altra parte. 

Le cose firmate erano già in carico da decenni da sindaci della Lega e poi del Pd, come l’Ostello. L’unico intervento nuovo in cantiere, nato da un accordo discutibile con la Regione Lombardia, è quello del trasferimento degli uffici comunali in via Marco D’Oggiono. Un cambio di questa portata richiedeva una discussione più approfondita con la città, invece è stato trattato come una pratica burocratica in chiave prettamente minimalistica. 
La città di Lecco merita di più. Ci sarebbe la necessità di fare un ragionamento complessivo dove collocare le strutture amministrative del Comune e della Provincia. Lecco sta perdendo tutti i riferimenti amministrativi strategici che negli anni settanta e ottanta con fatica erano stati portati  in città;  sono stati trasferiti e smembrati tra Sondrio, Monza, Como. 
L’ultimo passaggio, che il Sindaco saluta come un ottimo risultato, è quello della società mista per la gestione dei servizi alla persona: 51% privata e 49% pubblica. In sostanza si delegano i servizi alla persona a una società privata. E’ un progetto che è in elaborazione da anni e che vede come punti di riferimento il Consorzio Consolida e La Fondazione  Comunitaria del lecchese (Fondazione Cariplo).
In questi anni si è sviluppato nel territorio lecchese un welfare state lobbistico che coinvolge queste due agenzie di riferimento. Consolida è un consorzio di cooperative che operano in vari settori nei servizi sociali e sanitari; funziona attraverso un processo di distribuzione delle prestazioni. L’intervento della Fondazione è di finanziare progetti e non solo varie attività. Basta sfogliare velocemente anche l’ultimo Bando di progetti di solidarietà sociale per verificare come avviene la distribuzione dei finanziamenti. Chi è parte della lobby riceve i finanziamenti. 
La Fondazione evidenzia l’aspetto filantropico ma forse rischia di confonderlo con altro. In sostanza quello che sta accadendo sul territorio è il verificarsi di una lobby sociale che produce occupazione, precarietà occupazionale, clientele. E’ un blocco che riduce l’intervento pubblico dei Comuni e favorisce un consorzio cooperativo, sostenuto dall’attuale Sindaco di Lecco e da qualche teorico sociale. 
E’ un blocco lobbistico che impedisce per certi versi anche la concorrenza tra agenzie private. Sul territorio di Lecco le agenzie private cooperativistiche non si presentano nemmeno: sanno che è un territorio ad attrazione monodirezionale.
E’ una logica che puzza di cattocomunismo in agrodolce bianco con una spruzzata quasi massonica che non libera nuove energie. 
Forse gli stessi attori non si stanno accorgendo di costruire una struttura chiusa, non aperta che salterà nel momento in cui al governo andrà un’altra appartenenza che rigenererà i vertici di riferimento per appropriarsi della macchina.
La privatizzazione, la sussidiarietà sono variabili che facevano parte di una logica già esistente prima degli anni settanta, nulla di nuovo. 
I vertici della Fondazione sono al governo da troppo tempo. C’è la necessità di un ricambio.  
Rete salute di Merate, per com’è costituita, è più fragile ma più democratica. La filippica di pubblico e privato è un mantra che non centra, la questione riguarda la democrazia e l’inclusione dei cittadini. C’è il rischio che si costituisca un blocco economico che controlli  i servizi sociali e quelli alla persona. 

Nessun commento:

Posta un commento