2018-10-28

SPREAD E PAURA

di Enrico Magni Lo spread, nel linguaggio politico o finanziario, indica la differenza di rendimento tra due titoli di stato; i titoli di stato emessi dalla Bundesanleihe sono considerati i più affidabili e servono come termine di paragone.

Lo spread - quando si aprono delle questioni sociopolitiche - è la parola fantasmatica che compare spesso e volentieri sui media e sui social network.
Lo spread è un differenziale economico che misura l’acquisto di un’azione all’interno del mercato finanziario e corrisponde a un valore monetario ma sfugge alla dimensione economica quando succedono delle perturbazioni sociali di varia natura. Si attribuisce a quest’oggetto significati simbolici che vanno oltre la specificità economica e sollecita reazioni psicologiche e sociali. 
Il consumatore, spettatore, anche se non possiede un titolo, un’azione è catturato da questa parola magica carica di significati che allude alla sua condizione causando delle reazioni emozionali che stimolano il sistema neuropsichico della ricompensa, della paura, dell’amigdala, del sistema rettiliano immettendo nel circolo sanguigno cortisolo e adrenalina che sono due mediatori chimici che generano ansia, allarme e paura. 
La perdita del portafoglio, per esempio, produce rabbia, tensione, sudorazione ma poi rientra perché scatta il processo di rielaborazione riguardante la possibilità di poterlo ritrovare, tutto queste permette di abbassare l’ansia e di diminuire il cortisolo.
Per lo spread invece non scatta questa reazione perché l’oggetto non è concreto, palpabile, sfuma e sfugge al controllo elaborativo concettuale di sé a differenza del debito personale che è verificabile con operazioni dirette, come il controllo entrate-uscite per il contenimento del debito facendo aumentare le entrate anche attraverso il risparmio. 
Tutto questo sfugge all’elaborazione del singolo che non possiede una conoscenza economica del meccanismo della dinamica dello spread ma possiede soltanto una conoscenza superficiale indotta dal media. Tutto questo causa uno stato di disagio e di preoccupazione nell’individuo quando i media e i social network iniziano il martellamento, la ripetizione costante e quotidiana: è come se dovesse accadere qualcosa d’irreparabile per il benessere dell’individuo, della famiglia e della società. 
Si genera un clima di catastrofe che causa ansia, paura, terrore e un sentimento d’impotenza, di rabbia. L’individuo suggestionato si sente in trappola, non sa cosa fare, a chi credere, vorrebbe scappare da questa condizione ma non sa come fare a differenza di chi possiede gli strumenti necessari e i capitali. 
Lo spread è un oggetto che determina nella psiche delle reazioni depresso gene, di derealizzazione, di fallimento e costruisce delle fantasie paranoiche che qualcuno possa appropriarsi dei soldi risparmiati dal proprio conto corrente.
Lo spread è usato dalle classi politiche dominanti, dai media, dai social network e dal mercato per manipolare il consenso dell’opinione pubblica. In questo modo lo spread esce dall’essere un indicatore economico e diventa un oggetto politico di manipolazione e di controllo sociale. 
E’ pericoloso quando gioca una funzione suggestiva perché può innestare delle razioni sociali di contrapposizione che generano un conflitto oppositivo tra le varie anime del sociale. 


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