2018-10-18

L’ARCHISTAR MARIO BOTTA ALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA GRAZIE AL PROGETTO GIOVANI PENSATORI

Il Progetto dei giovani pensatori organizza a ottobre due eventi aperti alla cittadinanza: la lezione dell’archistar Mario Botta e il convegno internazionale dedicato alla memoria del “padre” della Filosofia della scienza in Italia, Ludovico Geymonat, sul tema del rapporto tra storia e filosofia della scienza.

Venerdì 19 ottobre 2018 dalle ore 18.30 alle 20,00 si terrà nell’Aula Magna di via Ravasi l’incontro con l’architetto e fondatore dell’Accademia di architettura di Mendrisio, Mario Botta, sul tema Cina. Un nuovo campo universitario a Shenyang, promosso dal Centro Internazionale Insubrico, Progetto dei giovani pensatori. L’iniziativa si avvale si avvale della collaborazione dei LIONS Club Varese Host, presidente dott. Mauro Cova, della Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’Affari della provincia di Varese, rappresentato dal Sig. Dino Vanetti, e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Varese, rappresentato dall’arch. Ileana Moretti. Mario Botta, architetto di fama mondiale, nasce nel 1943 in Svizzera a Mendrisio, nel Canton Ticino. A partire dal 1970, al lavoro di progettazione affianca un’intensa attività d’insegnamento e di ricerca, tenendo conferenze, seminari e corsi di architettura in varie scuole europee, asiatiche e americane. Nel 1976 Botta è nominato professore invitato presso il Politecnico di Losanna e nel 1987 presso la Yale School of Architecture a New Haven; dal 1982 al 1987 è membro della Commissione Federale Svizzera delle Belle Arti; dal 1983 è professore titolare della Scuola Politecnica Federale di Losanna in Svizzera. Nel corso degli ultimi anni l’architetto svizzero si è impegnato come ideatore e fondatore della nuova Accademia di Architettura di Mendrisio, dove attualmente è professore ordinario e dove ha svolto l’incarico di direttore per l’anno accademico 2002/03. Numerosi sono i riconoscimenti internazionali che hanno premiato la prolifica attività di Mario Botta. 
Giovedì 25 e venerdi 26 ottobre 2018, dalle ore 9 alle ore 18, si terrà nell’Aula Magna del Collegio Cattaneo, in via Dunant 7, il Convegno internazionale Storia e filosofia della scienza: una nuova alleanza? convegno dedicato alla memoria di Ludovico Geymonat (1908-1991) “padre” della Filosofia della scienza in Italia. Nel corso dei lavori del congresso, che vede la presenza di insigni studiosi provenienti dalle varie sedi universitarie nazionali ed estere quali il prof. Evandro Agazzi (Università Panamericana di Città del Messico), insignito dall’Università dell’Insubria con laurea ad honorem, verrà affrontato il problematico rapporto tra storia e filosofia della scienza. In apertura della seconda giornata verrà trasmesso un film Sulla vita e l’opera di Ludovico Geymonat cui seguiranno alcune testimonianze sul suo pensiero, unitamente alla presentazione di due nuovi libri promossi dal Centro Internazionale Insubrico: la traduzione italiana de L’oggettività scientifica e i suoi contesti (Bompiani 2018) di Evandro Agazzi e la nuova edizione, emendata ed arricchita, del libro di Giulio Preti, Retorica e logica (Bompiani 2018), originariamente apparso mezzo secolo fa.
Il professor Fabio Minazzi, direttore scientifico del Centro che ha promosso queste due iniziative a tal proposito ha dichiarato: «la lectio magistralis di Mario Botta è stata promossa in occasione della realizzazione del decimo anno di attività del progetto dei Giovani Pensatori, proprio per sottolineare l’apertura a 360 gradi dell’impegno di questo progetto, proprio perché la filosofia – come il mercurio – contamina sempre ogni realtà del mondo. Il simposio internazionale affronta, invece, un problema decisivo concernente sia l’organizzazione degli studi, sia anche la comprensione del ruolo della storicità all’interno della stessa conoscenza. Nella cultura contemporanea è infatti diffusa un’immagine che contrappone le cosiddette “due culture”, facendo perdere di vista come l’unione tra di esse sia di lungo periodo, mentre la loro separazione risale unicamente agli ultimi tre secoli. Prendendo consapevolezza di questo problema è allora possibile ripensare al rapporto tra le “due culture” ponendo in evidenza il ruolo che la storicità svolge all’interno della stessa costruzione del sapere umano».

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