Dal 25 ottobre a Como nello spazio di Francesco Corbetta in via Rodari 8. L'esposizione rimarrà aperta fino al 10 novembre.
La città è tra le fonti di maggiore ispirazione per l’artista: è lo scenario più complesso della vicenda umana, è la “cosa umana per eccellenza”, come scriveva Claude Levi-Strauss. E’ scena che prende forma dall’uomo, dalla sua storia, e muta nel tempo; tuttavia contribuisce a dare forma all’uomo stesso e alle sue relazioni: il processo è circolare.
La città è composta da pieni e da vuoti, da architetture e da spazi, attraversata dal tempo e dagli individui: di tutto ciò è il principio generale di relazione. E’ terreno di quotidianità, di incontri di energie, di sublimi costruzioni, ma anche di divisioni, solitudini, fratture, contraddizioni, attese: è metafora in forma di pietra della condizione umana di ogni tempo. Su questa metafora fatta pietra ed animata, l’artista opera, deve operare, su un fotogramma tra i milioni possibili, escludendo e scegliendo; operando mutazioni arbitrarie o riparazioni, generando spazi nuovi, reali o mentali, richiamando i drammi della storia e le irrequietudini del presente. Nell’incontro con la città avrà trasfigurato la sua esperienza e il proprio pensiero in segni e opere di una nuova oggettività, che portano con sé, con incommensurabile sintesi attraverso il processo creativo, la rappresentazione del mondo di cui siamo parte
Ognuno degli artisti ha sviluppato il tema delle città contemporanee raccontandole a seconda delle sensibilità di ciascuno. Il progetto continuerà poi a gennaio 2019 con altri cinque artisti
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