2018-10-15

Abbadia e il dono degli organi: “Una scelta di coscienza. E una questione di cuore”

(C.Bott.) La sala civica di Abbadia Lariana ha ospitato giovedì 11 ottobre una serata di sensibilizzazione sul tema della donazione degli organi.
Introducendo l’incontro il sindaco, Cristina Bartesaghi, ha detto: “E’ l’inizio di un percorso. Anche il nostro Comune è impegnato nell’introduzione della carta d’identità elettronica e al momento del rinnovo verrà chiesto al cittadino maggiorenne di esprimersi in merito alla scelta della donazione degli organi”.

“Cogliamo questa occasione - ha aggiunto - per far riflettere la cittadinanza e per arrivare preparati a questo appuntamento. E’ importante, infatti, che ognuno scelga, sia in modo affermativo sia eventualmente negando l’assenso alla donazione, così da non lasciare ad altri l’onere della decisione. Ci troviamo nella sala civica dedicata a don Carlo Gnocchi, del quale a giorni ricorderemo la beatificazione. Un luogo significativo perché proprio don Carlo è stato uno tra i primi donatori di cornee”.
All’incontro hanno presenziato Giacomo Colombo, vicepresidente dell’Aido provinciale, il dottor Francesco Lusenti, ex coordinatore del Centro trapianti dell’ospedale di Lecco, il dottor Alessandro Dell’Oro, assistente presso lo stesso centro, e il parroco di Abbadia, don Vittorio Bianchi.

“Gli argomenti affrontati - osserva sempre il primo cittadino - hanno sfatato una serie di opinioni che si sono diffuse sull’argomento ma che non hanno fondamento scientifico. Ad esempio, non è vero che i donatori devono essere giovani: anche alcuni organi di una persona anziana possono essere utilizzati. Inoltre non è vero che l’équipe medica asseconda la morte del paziente per poter prelevare gli organi: il personale del reparto Rianimazione si adopera innanzitutto per la vita delle persone”.
Cristina Bartesaghi aggiunge: “Non è vero che si può correre il rischio di prelevare gli organi da un paziente apparentemente morto. Ci sono una serie di esami meticolosi e un’osservazione di almeno sei ore prima di dichiarare la morte cerebrale”.
I medici presenti hanno tra l’altro perfettamente chiarito la differenza tra coma reversibile e morte cerebrale (irreversibile). “I donatori - hanno sottolineato - sono sempre e soltanto in morte cerebrale”.
Molte altre questioni sono state approfondite nel corso della serata.
Sul sito Internet dell’Aido si possono in ogni caso trovare molteplici informazioni.
Al termine della serata ha portato la sua significativa testimonianza una persona che, dopo un lungo periodo di malattia iniziato a cinquant’anni, ha dovuto necessariamente sottoporsi al trapianto del cuore.
La difficoltà di accettare la malattia e l’inabilità, il desiderio di reagire e di non abbattersi, il sopportare la sofferenza e la precarietà, l’ansia per l’attesa di un cuore nuovo, ricoverato per mesi in un reparto in cui ogni giorno si vedevano morire pazienti (anche bambini) che non avevano ricevuto per tempo un organo.
“Abbiamo avuto la conferma - conclude il sindaco - che la donazione degli organi è certamente una questione che interroga la nostra intelligenza e la nostra coscienza, ma è in primis una questione di cuore, cioè di sentire empatia per un altro essere umano, un sentimento che ti interroga e ti scuote e ti fa superare dubbi e le incertezze”.
Tutti i presenti si sono impegnati per diventare promotori di una riflessione più attenta e approfondita tra amici e conoscenti.

Anche l’amministrazione comunale di Abbadia troverà le modalità affinché quanto ascoltato non cada nel vuoto, ma diventi patrimonio della collettività.

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