2018-09-08

Ponti e cavalcavia, mai più ritardi e incomprensioni

Il responso della mappatura a Lecco e sul territorio provinciale dei manufatti esistenti è impietoso. E il conto da pagare è salato: servono almeno 35 milioni


di Claudio Redaelli
Il responso della mappatura a Lecco e sul territorio provinciale sui ponti, oltre che sui torrenti coperti, è stato piuttosto impietoso. Alcune strutture dovrebbero essere demolite e ricostruite in toto, altre necessitano il più urgentemente possibile di una adeguata manutenzione e di imponenti rinforzi. E il conto da pagare è salato: servono almeno 35 milioni di euro!

L’esito dell’indagine condotta dopo il crollo del ponte Morandi a Genova (è cronaca, come noto, della vigilia di Ferragosto) non ammette distrazioni.
Una lista di interventi lunga, certo, che tra l’altro va ad aggiungersi al cavalcavia di Annone, crollato nell’ottobre due anni fa, e a quello di Isella, in territorio del comune di Civate, la cui demolizione e ricostruzione sono state messe a bando di gara proprio nel corso di questa estate.
Ci piace allora partire da un appello, l’ennesimo, alle istituzioni (a ogni livello) e alle forze politiche, chiamate ora più che mai a passare dalle parole ai fatti e a dimostrare serietà, impegno e abnegazione nel portare avanti opere non più rinviabili nel tempo. Si sa che per definire il grado di urgenza nella recente mappatura cui si è fatto cenno è stato applicato il criterio dell’intensità di traffico che i nostri ponti, snodi cruciali della viabilità lecchese, si trovano a dover sostenere.
La conferma è arrivata anche dal presidente della Provincia, Flavio Polano, il quale non ha esitato ad ammettere che “servono tanti soldi anche soltanto per i tredici interventi giudicati prioritari” e che “se non si troveranno le risorse per intervenire urgentemente saremo costretti a valutare la necessità di procedere a ulteriori limitazioni di transito per determinate categorie di veicoli”.
Un quadro, insomma, allarmante a dir poco, complici certamente anche il patto di stabilità e i vari blocchi finanziari che hanno tolto agli enti locali le risorse ordinarie per procedere ad esempio proprio alle manutenzioni, con il risultato di ritrovarci ora di fronte all’esigenza di procedere a interventi di natura straordinaria.
Si è detto del cavalcavia di Annone. Qui i lavori di ricostruzione non sono di fatto mai partiti. Dopo Ferragosto pareva che le opere di ricostruzione potessero finalmente iniziare e invece ancora in questi giorni nessun operaio è al lavoro.
La ricostruzione, insomma, più che proseguire a singhiozzo è letteralmente… al palo, tanto che qualcuno ha pure ventilato l’idea di installare un orologio con un display che conteggi i 340 giorni stabiliti dall’Anas per realizzare l’opera, un terzo dei quali sono peraltro già trascorsi senza che sul cantiere sia avvenuto altro che non fosse la demolizione delle sponde sopravvissute al crollo dell’ottobre 2016 e l’avvio della trivellazione per palificare nei punti dove si prevedono gli appoggi del nuovo ponte.
Il sottoscritto era presente nel 1967 quando venne inaugurato il tratto di superstrada Lecco-Milano di 11 chilometri compreso tra la frazione Cariolo di Civate e Gaggio di Nibionno, allora provincia di Como. C’erano il presidente dell’amministrazione provinciale, Enzo Luraschi, l’ingegnere capo della Provincia Emilio Corbini, uomo di grandi valori e molto stimato, e vari sindaci del territorio, oltre a numerosi cittadini.
Nella mia veste di capogruppo del Pci in consiglio provinciale, incarico che ho ricoperto dal 1964 al 1980, ricordo che operammo tutti con grande dignità, assoluta moralità, spirito di abnegazione e unità d’intenti.
Mi piace allora sottolineare che la Provincia di Como prima e di Lecco successivamente ha sempre avuto tecnici di assoluta levatura. Penso, per nominarne soltanto due, al già citato ingegner Corbini, a Giulio Messa, a Giorgio Mazza e ad Angelo Valsecchi, il cui campo di attività riguarda la direzione di strutture organizzative complesse e la progettazione, direzione dei lavori e collaudi di opere pubbliche (Valsecchi è l’attuale dirigente del settore Viabilità e infrastrutture della Provincia di Lecco, oltre a essere consigliere e segretario dell’Ordine nazionale degli ingegneri).
Perché, viene spontaneo chiedersi, non valorizzare di più e meglio questi valenti professionisti? E perché non affidare a loro incarichi che possano riguardare anche il controllo delle strutture e dei manufatti esistenti sul nostro territorio provinciale?
Infine un’annotazione doverosa. Come noto, l’architetto Renzo Piano donerà ai genovesi il progetto del nuovo ponte destinato a sostituire quello crollato il 14 agosto scorso. I pali dell’illuminazione saranno l’elemento “memoriale” del progetto dell’archistar, renderebbero omaggio alle 43 vittime della tragedia e sarebbero visibili in tutta la vallata.

Giova allora ricordare il legame che proprio Renzo Piano ha con Lecco, avendo progettato in città - per l’impresa Colombo Costruzioni - il Centro Meridiana, un complesso polifunzionale costituito da tre torri indipendenti di forma radiale. Di notevole interesse sono le cinque sculture mobili realizzate in alluminio e situate sulla sommità delle torri, dal titolo Dialogo con le nuvole. Esse infatti hanno la funzione di indicare la direzione del vento, muovendosi indipendentemente.

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