2018-09-22

Ponte San Michele sull’Adda

Di Cesare Perego - In questi  giorni si fa un gran “parlare” vista, l’improvvisa chiusura al transito del ponte in oggetto comunemente chiamato Ponte di Paderno, che,  per motivi di sicurezza dovrà essere sottoposto ad importanti interventi di manutenzione straordinaria e di rinforzo strutturale con l’obiettivo di ottenere sia il transito dei treni a velocità maggiore dell’attuale che il recupero di benefici, oggi inibiti al traffico veicolare.

La lodevole e non rinviabile decisione di riportare a nuova vita quella importante struttura/infrastruttura, con un considerevole impiego di risorse, ci si augura che contempli anche una attrattiva turistica mediante una sua scenografica illuminazione.
Negli anni 80 e 90 del 900, l’allora Consiglio del Parco Adda Nord di cui era Presidente il lecchese Umberto Cogliati, durante la redazione che portò all’approvazione del Piano Territoriale di quel Parco, emerse in tutta la sua importanza e, diciamolo pure, con alta suggestione, l’eventualità di fare del ponte di Paderno un singolare e irripetibile richiamo turistico, forte della sua unicità nell’intero nostro Paese, e in primo luogo per la Lombardia.
In quegli anni, tenuto conto di come il Ponte di Paderno fosse un’opera coeva e strutturalmente molto simile alla torre Eiffel a Parigi, e correndo i primi anni della realizzazione della meravigliosa illuminazione di quel monumento, simbolo di Parigi e della Francia, su iniziativa del Parco stesso, si  contattò lo studio di illuminotecnica che attuò e rese la Tour Eiffel una “ meraviglia del mondo”, invitando e ottenendo la visita del Direttore di quello Studio, Ingegner Pierre Bideau, a Paderno d’Adda.
L’obiettivo di quell’incontro era di ottenere dall’Ingegner Bideau elementi che potessero servire ad avviare l’operazione, grandiosa, di illuminare il San Michele come e con lo stesso impatto che continua a riscuotere la Torre Parigina.
Il famoso progettista, nella sua visita a Paderno, non solo assicurò sulla possibilità tecnica di rendere il ponte illuminato alla stregua della sua “creatura” francese, entrando anche in parecchi dettagli tecnici dell’operazione, ma manifestò una carica di entusiasmo che sembrò andare del altre un “lavoro” del quale lui sarebbe potuto essere il “fornitore”.
L’idea del  Parco Adda Nord era di ritenere quel progetto di illuminazione del Ponte un fortissimo richiamo per persone, gruppi, comitive, non solo del territorio lombardo, ad accostarsi alla realtà dell’Adda, già ricchissima di storia, con l’aggiunta di un elemento di altissimo valore spettacolare.
Certamente una simile realizzazione avrebbe comportato un considerevole investimento ed anche un correlativo onere per la manutenzione. Dai contatti promossi dall’Ente Parco con i soggetti  primariamente competenti , Ferrovie dello Stato, ed altri Enti, non si ebbe contrarietà, anzi la proposta fu accolta con entusiasmo, ma poi non se ne fece nulla.
Quell’idea, così singolare e forte in sé e per l’indubbio richiamo di attenzione sul vasto panorama  turistico, ma anche per la prospettiva di ricaduta economica per quella zona brianzola e bergamasca, è tutt’ora recuperabile; certo , anche facendo ricorso a un tipo di sforzo inusuale a cui si è poco abituati e a cui, in altre parti d’Italia e all’estero, si è più attenti.
Al Ponte di Paderno sono ora rivolte, giustamente, le doverose attenzioni e gli interventi volti a rendere più efficiente un servizio che quell’ardito manufatto, nella sua ormai plurisecolare storia, ha generosamente fornito. Sarebbe importante che a quelle utili prestazioni essenzialmente trasportistiche, il  Ponte ne aggiungesse una: quella del richiamo al bello della sua luce!

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