2018-08-30

Ponti sotto la lente. Lecco e quel ponte di manzoniana memoria

Aristide Angelo Milani aveva composto e editato nel 2004 un poemetto di 900 decasillabi in lecchese dal titolo “Stu punt de Lècch benedètt”



El  Pûnt grând el gh’ha un póo del sfundràa ’l sciüscia l’aqua del lâch che següìta pasàcch suta uramài da ’na vita a chi arcâd che i pâr mai vegné râs...
Il Ponte grande è incontentabile succhia l’acqua del lago che scorre incessante attraverso le arcate che invano sembrano culminare...

                                              
L’allora ponte di Lecco di manzoniana memoria, chiamato Ponte grande prima della comparsa del nuovo ponte, venne fatto costruire da Azzone Visconti nel 1.336.
Con la nascita del Ponte nuovo, venne spontanea l’idea di mutare il nome del ponte visconteo in Ponte vecchio.
In seguito alla morte del presidente degli Stati Uniti d’America i lecchesi decisero di dare il nome Kennedy a questa innovativa struttura in cemento armato dalla fantastica falcata centrale (progettata dall’ingegner Danusso).
Lo scrivente, per suggellare una volta per tutte la storicità del ponte visconteo, ha composto e editato nel 2004 un poemetto di 900 decasillabi in lecchese dal titolo “Stu punt de Lècch benedètt”.
Un’edizione artistica realizzata in tiratura limitata a 200 esemplari, dotati di due silografie originali: l’effige di Gian Giacomo Medici, inserita all’antiporta del volume, e quella di copertina che rappresenta il ponte lapideo fortificato.
Ricavata, quest’ultima, dall’affresco realizzato nella sala delle vittorie del Castello mediceo a Melegnano risalente alla metà del XVI secolo, riproducente l’ingresso in Lecco delle truppe di Gian Giacomo Medici detto il Medeghino.
Riguardo alla paternità del ponte al lago, cui è indissolubilmente associato, troviamo una traccia di estremo romanticismo nei primi versi del capitolo I de “I Promessi sposi”, opportunamente scolpiti sulla lapide posta in bella vista sulla murata del fortilizio di lecco accanto all'idrometro: «... e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia...».

Addolcendo, con il singolarissimo ponte sul lago il panorama al punto tale da distinguersi in originalità da tutti gli altri laghi europei: così amorevolmente abbracciato con le sue undici arcate alle rive invano separate…
L’idea di realizzare questo libro è scaturita dall’insofferenza avvertita dal momento che la ricerca di una qualsivoglia pubblicazione sistematica che riguardasse questo benedetto Ponte mi ha lasciato a mani vuote. Risultando solo la pubblicazione di un opuscolo a opera dell’ingegner Pietro Pensa.
La pubblicazione artistica è distribuita dallo Studio bibliografico Maître di via Bovara 19 a Lecco.

Aristide Angelo Milani

1 commento:

  1. Opera preziosissima che celebra un opera ancora splendida dopo più di 600 anni. Complimenti ad Aristide Milani!

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