2018-07-28

LOMBARDIA AL 4° POSTO PER NUMERO DI FAMIGLIE POVERE BENEFICIARIE DEL REDDITO DI INCLUSIONE, PRECEDUTA SOLO DA CALABRIA, SICILIA, CAMPANIA

NEI PRIMI 6 MESI EROGATO A 18.349 NUCLEI FAMILIARI, PARI A 55.091 PERSONE
GILARDONI: SUBITO IL PIANO REGIONALE CONTRO LA POVERTA'

Allerta povertà e disagio familiare in Lombardia. Nei primi 6 mesi dell'anno hanno percepito il reddito di inclusione ben 18.349 nuclei familiari, pari a 55.091 persone. L'importo medio dell'assegno è stato di 269,29 euro mensili. E' quanto emerge dai dati relativi al periodo gennaio-giugno 2018 dell'Osservatorio statistico Inps, pubblicati in questi giorni sul sito Internet dell'istituto.
Dai dati emerge che la Lombardia si colloca al quarto posto, tra le Regioni con il maggior numero di nuclei familiari percettori, preceduta solo da Calabria (19.613  nuclei, 60.493 persone), Sicilia (63.556 nuclei, 209.006 persone) e Campania, (68.417 nuclei, 238.203 persone). A livello nazionale sono stati 266.653 i nuclei familiari percettori, pari a 840.745 persone, per un importo medio di 307,99 euro.
“Desta grave preoccupazione che una regione come la Lombardia, considerata “locomotiva d’Italia", sia al quarto posto per numero di famiglie che percepiscono il reddito di inclusione, superata solo da Campania, Sicilia e Calabria. I dati peraltro rischiano di essere ancora più alti alla prossima rilevazione, perché il Rei dal 1° luglio è misura universale facendo riferimento unicamente alle condizioni economiche e non più al requisito famigliare (vale a dire la presenza di minori,  di una persona con disabilità, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra55enne) - sottolinea Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia e portavoce dell'Alleanza contro la povertà Lombardia -. Occorre al più presto definire il Piano regionale contro la povertà e finanziarlo adeguatamente”. “Non sono sufficienti i 32 milioni di euro del piano nazionale contro la povertà – spiega –. La Regione deve stanziare risorse aggiuntive che vadano a rafforzare le reti per l'inclusione e le infrastrutture sociali ed un efficace raccordo tra servizi sociali e per il lavoro”.  
Il Piano regionale contro la povertà deve favorire la collaborazione tra servizi sociali ed enti ed organizzazioni competenti per inserimento lavorativo, istruzione, formazione, politiche abitative, salute.
“Occorre rafforzare la rete dei servizi sociali e la collaborazione-cooperazione tra enti pubblici e del privato no profit – conclude Gilardoni – per uniformare la rete di punti di accesso,
rendere omogenee le modalità operative per la valutazione multidimensionale, per una presa in carico globale della famiglia. E’ importante che vengano favoriti accordi  tra i  servizi per il lavoro, e la rete dei servizi sociali”.

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