2018-07-08

BREVE BIOGRAFIA DI UN “GRANDE VECCHIO” CHE HA LASCIATO IL SEGNO NELLE VICENDE DELL’ALPINISMO

Riccardo Cassin, nato il 2 gennaio del 1909, è morto il 6 agosto del 2009 all’età di 100 anni. È stato uno dei più straordinari alpinisti della storia. Difficile raccontarlo in poche righe. Grandissimo scalatore, ha nel suo curriculum un’infinità di vie e molte “prime” assolute, con realizzazioni di grande rinomanza sulle Alpi e altrove.  


Le sue prime montagne sono però le Prealpi, quelle di Lecco, il Resegone, le Grigne e 
il Pizzo dei Tre Signori. 

Iniziò ad arrampicare nel 1928 con altri giovani lecchesi e visitò per la prima volta le Dolomiti nel 1932. La prima via nuova in Dolomiti di una certa importanza fu effettuata, nel 1934, da Cassin in cordata con Vitali e Pozzi sulla parete Sudest della Cima Piccolissima di Lavaredo. Da allora la sua vita è costellata da tantissime scalate, sulle Alpi e in Dolomiti, che sono divenute leggendarie: dalla parete Nordest del Pizzo Badile, alla parete Nord della Punta Walker alle Grandes Jorasses e alla parete Nord dell’Aiguille de Leschaux, dallo spigolo Sudest alla Torre Trieste, alla parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo, fino allo Sperone Sud del McKinley, nel Nord America, vinto all’età di 52 anni. Fantastico! 
Scalò di nuovo la parete Nordest del Badile quando aveva 78 anni! 
Fenomenale: per alcuni è proprio vero che l’età non conta. 

Cassin ha anche condotto diverse spedizioni extraeuropee:
1958 – Gasherbrum IV (7925m), versante Sud, cresta Nordest, Karakorum;
1961 – Mount McKinley (6194m), parete Sud, Alaska;
1969 – Nevado Jirishanca (6126m), parete Ovest, Ande Peruviane;
1975 – Lhotse (8516m), parete Sud, Himalaya, Nepal orientale.

Lavorò prima come meccanico, poi come direttore in uno stabilimento di elettrotecnica e dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale è stato in prima linea come partigiano, impiantò una fabbrica di attrezzature per l’alpinismo e la montagna in genere. 

Si deve aggiungere che è stato per tanti anni, in due diversi periodi, dal 1945 al 1958 e dal 
1973 al 1980, presidente della Sezione del C.A.I. di Lecco. 
Ma il suo impegno determinate ed autorevole era a tutto campo, anche se mai troppo sbandierato.

Le sue eccellenti qualità di arrampicatore nato, non disgiunte da quelle sue doti interiori, hanno fatto di lui un fuoriclasse, tra gli scalatori, certamente uno dei più completi che siano esistiti. Nel rievocarne la figura si prova ogni volta un senso di rimpianto per quest’uomo famoso che, con leggendarie imprese, ha legato il suo nome, insieme a quello di Lecco, ai maggiori successi alpinistici degli anni Trenta. 

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