2018-07-26

Bellano: morto l’artista Giancarlo Vitali

Di Gianfranco Colombo - I funerali del pittore Giancarlo Vitali, morto mercoledì 25 luglio nella sua casa di Bellano, si svolgeranno venerdì 27 luglio alle ore 11 nella chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso a Bellano.
Sempre in chiesa, dalle ore 9, sarà possibile rendere l’ultimo saluto alla salma. E saranno certamente tantissimi coloro che vorranno rendere omaggio ad un’artista che ha saputo trasformare un paese del lago in qualcosa di universale. In tutte le testimonianze di queste ore, successive alla notizia della sua morte, emerge, infatti, quel sentirsi orfani, che rimanda all’autorevolezza che Giancarlo Vitali ha sempre avuto tra i suoi concittadini e non solo. Se n’è fatto interprete il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi:  «È stato il pittore che ha elevato un piccolo paese di lago e la sua gente a protagonista nel vasto mondo dell’arte. Il vuoto della sua mancanza rimbomba, ma i nostri cuori sono colmi della gratitudine per l’onore e l’orgoglio di averlo avuto tra i cittadini di Bellano, la sua Bellano». Dalla prima cartella di incisioni del 1982 alla visita di Giovanni Testori nella sua casa di Bellano nel 1983, sino a “Time Out”, la grande mostra milanese del 2017, e il Premio Rosa Camuna, l’ultima onorificenza ricevuta il 29 maggio scorso dalla Regione Lombardia, la vita di Giancarlo Vitali ha avuto come centro di gravità proprio Bellano. Eppure con la grande mostra di Milano dello scorso anno, si era avuta la chiara dimostrazione della universalità della sua arte.  A proposito di quella mostra aveva scritto Stefano Crespi: «Se fosse nato solo qualche chilometro più a nord, giusto oltre il confine svizzero che da Bellano dista poco, la fama lo precederebbe e anche le quotazioni nelle aste avrebbero esiti diversi. Sarebbe David Hockney o Lopez Garda, e non semplicemente Giancarlo Vitali, classe 1929, il più importante pittore italiano vivente. Provinciali all’eccesso, nell’adesione alla modernità, abbiamo buttato via un secolo di grande arte nel nome delle mode e dell’ideologia». Considerazioni che erano state precedute da un commento quanto mai esplicito di Vittorio Sgarbi dopo una mostra del maestro bellanese ad Urbino: «Ho la sensazione che, benché lontano dagli occhi di tutti, Giancarlo Vitali sia l'ultimo pittore. Non ne mancano certo, tra quelli che non hanno voltato le spalle all'Accademia e hanno rigenerato l'idea di una tradizione figurativa che, attraverso vari manierismi, riproduce il vero. Ma la pittura di Vitali non è mai illustrativa, e neppure descrittiva. Egli opera uno scavo per scoprire cosa c'è dentro un uomo». Parole “pesanti” come si può capire, a cui il nostro Vitali ha sempre reagito con un misto di stupore e incredulità. Sentimenti confermati da lui stesso in un’intervista di qualche anno fa: «Io continuo a ritenermi un pittore fuori dal tempo, fuori moda, per cui quando sento tanti complimenti per un ritratto, per una natura morta, non so cosa dire. O meglio, mi dico che forse c'è ancora qualcuno che si meraviglia di fronte ad una pittura che forse considerava non più possibile». Ora che il maestro ci ha lasciato, avremo modo di comprendere ancora di più il grande dono che è stata la sua pittura.

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