2018-05-12

Eco degli abissi, il 20 maggio il collaudo del dispositivo di ricerca subacquea

Nell’ambito dei festeggiamenti del settantesimo anniversario della storica immersione del sottomarino C.3 Vassena, la Canottieri Lecco e lo Studio Maitre domenica 20 maggio alle ore 15 effettueranno il collaudo del dispositivo autonomo di ricerca subacquea “Eco degli abissi”.

Nello specchio d’acqua antistante il molo della Canottieri, Aristide Milani immergerà lo strumento di ricerca subacquea fondato sui movimenti di discesa dal pelo libero e risalita dal fondale, permettendo il rilevamento del tempo.
L’Eco degli abissi, con due zavorre di pietra affrancate, verrà spedito nel punto del lago individuato, alla profondità di 39 metri, sotto l’occhio attento di quattro giudici che si impegneranno a cronometrare il tempo intercorrente tra l’immersione e il riaffiorare dello stesso.

La cifra temporale registrata, moltiplicata per la velocità di cui il mezzo dispone (già rilevata nel momento del varo a Pratogrande con pari zavorre e densità d’acqua), fornirà la quota abissale raggiunta. Lo strumento si comporterà come un normalissimo sonar.
Giudici saranno Marco Cariboni, Giorgio Mazza, Umberto Cogliati e Marjan Rabbani.
Conclusa la manifestazione, nella sala riunioni della Canottieri verrà proiettato il mediometraggio “Il sogno”, che documenta l’avventura dell’ideatore del sottomarino C.3.
L’innovativo strumento poetartisticdesign integra la gamma dei localizzatori di profondità esistenti. Esso si interpone tra lo scandaglio e l’ecogoniometro
(universalmente conosciuto come sonar), ricalcando minuziosamente non soltanto la mobilità di cui questi dispositivi si avvalgono ma, riguardo al “sonar”, pure l’intero percorso dell’onda generata dall’input sonoro: sia quella ultrasonora emessa sia quella riflessa in conseguenza dell’urto verticale sul fondale.

“Avendo in fase di trasmutazione alchemica materializzato l’andirivieni di quest’onda - spiega Aristide Angelo Milani -  l’Eco degli abissi, assimilabile ai ricetrasmettitori e in coerenza con il nome che lo identifica, per non falsare i risultati nell’estrinsecarsi delle sue funzioni corrisponde con precisione assoluta alla profondità ricercata, fornendo il tempo speso nell’andare e ritornare al natante da cui era partito. In totale autonomia, dunque senza fruire della manualità dello scandaglio e degli impulsi elettrici del sonar”.


“Ciò che più sorprende di questo “mezzo di ricerca subacquea” - aggiunge Milani - è la possibilità di rilevare i tempi di percorrenza dei tragitti nelle profondità abissali senza necessariamente delocalizzarsi. Altro particolare di rilievo dell’opera in questione è la possibilità di abbracciare non unicamente i campi delle scienze e delle tecniche, ma soprattutto quelli delle arti applicate come oggetto di design”.

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