2018-05-23

Al Rotary Club Lecco Manzoni si affronta il tema: “fragilità dei giovani”


Serata dedicata alle “fragilità dei giovani” ed al loro “antidoto, lo sport”, quella che ha visto partecipi al Rotary Club Lecco Manzoni il Direttore del Ser.T Distretto Lecco, il medico igienista e psicoterapeuta Franco Riboldi,  la Docente UST Lecco, Responsabile Progetto della scuola lecchese contro il “Bullismo e cyberbullismo”, la Polisportiva C.G. Valmadrera nella figura del suo Presidente Antonio Monti. 

I relatori, persone di grande valore umano oltreché professionale, hanno proiettato una serie di slides, il cui contenuto è frutto della loro lunga esperienza maturata in materia di bullismo ed in genere delle fragilità proprie dell’età giovanile, fornendoci un quadro qualitativamente e  numericamente esaustivo dei problemi che affliggono i nostri giovani a Lecco. Ma, soprattutto, ci hanno dato consigli e programmi di vita idonei ad aiutare i giovani a superare i momenti di crisi e debolezza. Nello sport sicuramente, come dimostrato dagli sportivi presenti, si trova una solida risposta.  

Ha aperto l’incontro il Dott. Franco Riboldi che dal 1987, quale responsabile del Ser.T di Lecco, si occupa delle dipendenze, dalle classiche legate all’assunzione di droga e alcol, a quelle emergenti legate al gioco d’azzardo e alla rete. Nel corso di questi anni ha affrontato tante sfide, tante tristi realtà spesso generatesi nel periodo adolescenziale, momento in cui la trasgressione offre al vuoto esistenziale ed alle incomprensioni dei giovani una sponda per approcciarsi al mondo degli adulti, smantellandone regole e limiti. Purtroppo, la trasgressione può portare con sé il rischio dell’isolamento, dell’antisocialità, della vera dipendenza; aiutata, quest’ultima, da fattori biologici propri dell’età.Infatti, le parti del cervello legate alle emozioni si sviluppano più precocemente delle zone legate alla sfera giudizio critico, favorendo la predominanza della dimensione impulsiva. Così, la ricerca di emozioni forti portate dalla scarica di dopamina legata ad una trasgressione può arrivare fino all'indifferenza per l'autodistruzione; basti pensare alle risse, alla frequenza delle sette, alla guida in stato di ebbrezza, alle pratiche sessuali: tutti comportamenti che non ha caso sono legati alle cosiddette droghe disinibenti, come l'alcol e la cocaina.
In questo contesto, ancora una volta i genitori rivestono un ruolo chiave, in quanto possono costituire un vero modello di vita, reale e concreto, per i figli. Sicuramente non è un percorso semplice e, seppur animati di buona fede, facilmente si può debordare in comportamenti che inducono i nostri giovani ad andare oltre. Essere eccessivamente possessivi, invadenti ed autoritari induce ad una sorta di repulsione per le norme; essere al contrario troppo permissivi, trasmette ai figli un senso di onnipotenza; essere affettivamente distaccati innesca il senso dell’abbandono, dell’esser solo. Oggigiorno, tra l’altro, il maggior rischio di cadere nella trasgressione è rappresentato da internet, una visibilissima vetrina del proibito: dalla pornografia, all'acquisto di droghe, ai gioco d'azzardo. 
Questo rischio si può e si deve affrontare insieme ai propri giovani, trasmettendo loro regole chiare di vita; non facendo leva sulla punizione, ma spiegando il perché dell’importanza del rispetto di determinate norme. Si deve imparare a comunicare con gli adolescenti, infondendo loro serenità e sicurezza.

La parola è passata alla Prof. Marina Ghislanzoni che ha dato voce al Progetto della scuola lecchese contro il bullismo e la violenza della rete. 
Premesso che l’ignoranza sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo è diffusa, specie in afferenza alla confusione sulle definizioni e all’errata interpretazione delle possibili soluzioni,  è di fondamentale importanza comprenderne appieno la portata, le cause, i sistemi di prevenzione e le possibili soluzioni di questo dilagante problema. Frequentemente bullismo e cyberbullismo vengono identificati in atti di violenza isolati, mentre nella realtà si estrinsecano in una serie di comportamenti violenti, offensivi, umilianti, intenzionali, ripetuti nel tempo contro una vittima designata ritenuta più debole, in cui la sistematicità fa la differenza. Il cyberbullismo trova sempre più spazio in un mondo in cui Internet ha una parte importante, spesso predominante fra i giovani che hanno una tale confidenza con i sistemi hi-tech al punto di credere di saperli dominare; mentre genitori e insegnanti hanno perso,  o non hanno mai avuto, il controllo degli stessi. 

Gli attori sono il carnefice, la vittima e il pubblico che assiste, che in genere tiene un uguale comportamento di fronte sia al bullismo che al cyberbullismo. La differenza tra le due forme è che nel secondo caso la violenza è virtuale e comprende i vari social network, oltre a whatsapp, tramite cui si pratica bullismo ricorrendo ad offese, insulti, denigrazione, rivelando informazioni private e foto imbarazzanti, escludendo in maniera sistematica la persona designata come vittima dal gruppo. Nel cyberbullismo a volte viene inizialmente mantenuto l’anonimato; così, il bullo crea profili falsi, tramite cui perpetra aggressioni sotto falso nome. Questo comportamento dà al cyberbullo un maggiore senso di sicurezza, stante il fatto che è al sicuro tra le proprie mura domestiche. Per di più, almeno nella fase iniziale, non essendo coinvolto faccia a faccia, e non potendo conoscere la reazione della vittima designata, non si rende neppure conto della gravità dell’atto che sta commettendo. Da notare come nel cyberbullismo i parametri fisici e caratteriali cambiano totalmente perché è tutto smaterializzato. Inoltre il cyberbullismo manca totalmente dei confini spaziali e temporali: la vittima è sempre attaccabile in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo, visto che il mezzo è la rete. E la sua la diffusione è esponenziale e spesso accompagna immediatamente l’atto denigratorio, offensivo e violento fatto nei confronti della vittima, grazie a  condivisioni e commenti da parte del terzo attore, il pubblico che alimento l’agire del cyberbullo. Addirittura si arriva a considerare responsabile del bullismo l’atteggiamento della vittima, la sua debolezza, che scatena l’agire del bullo. Si colpevolizza la vittima per il fatto di essere debole, sviando dalla gravità degli atti di bullismo o cyberbullismo, in grado di integrare diversi reati, quali stalking, diffamazione online, ingiurie, molestie, furto di identità digitale.  I genitori e gli insegnati, in primis, sono tenuti a denunciare gli atti illeciti con immediatezza, una volta giunti a conoscenza. Purtroppo, il cyberbullismo è un’epidemia silenziosa, grazie al fatto che Internet l’ha smaterializzato, privato dei segni evidenti del male subito. La questione è sempre più pesante se si pensa che oltre agli adolescenti sono coinvolti i pre-adolescenti, dagli 11-12 anni in poi. Ecco perché è fondamentale formare i giovani sin da ragazzi all’uso consapevole del telefonino, del tablet, del computer, permettendo loro di comprendere il potere diffusivo della rete, in grado di porre  velocemente fuori controllo senza rimedio ogni messaggio: basta un screenshot di un messaggio di whatsapp perché il contenuto esista per sempre. Non va poi dimenticato che il fenomeno di bullismo e cyberbullismo ha forte presa nell’adolescenza e pre- adolescenza, in quanto in questo periodo di crescita  i ragazzi vivono il distacco dalla famiglia, la spaccatura con le figure adulte, con l’inevitabile conseguenza che il bisogno di conferme, integrazione e accettazione si sposta sul gruppo dei pari. È un passaggio fortissimo durante il quale i ragazzi sono deboli e, se nel mentre, vengono ghettizzati, presi in giro o bullizzati affrontano dei crolli psicologici che tutti conosciamo.
Da questo dramma non si esce da soli; occorre l’intervento degli adulti che devono avere la capacità da un lato di non creare allarmismi, dall’altro di cogliere i segnali del malessere del giovane; segnali identificabili nei progressivi esclusione e isolamento, nella scarsa voglia di prendere parte alle attività scolastiche ed extrascolastiche, con conseguente crollo drastico del rendimento scolastico, nel rifiuto del cibo. Sono  tutti segnali che potrebbero celare un problema diverso dal bullismo e cyberbullismo: per questo vanno indagati con discrezione e fermezza, senza mai arrivare all’assurdo assunto che vanno ignorati.  L’umiliazione pubblica prorogata nel tempo causata dagli atti, specie di cyberbullismo, è difficile da sopportare, anche per gli adulti; immaginiamo per un giovane pre-adolescente! Sentirsi tradito, rifiutato dal gruppo dei pari, proprio nel momento in cui ci si distacca dalla propria famiglia alla ricerca della propria identità personale e sociale, genera una fragilità di fondo che si concretizza nell’esclusione da tutto”.
Anche il bullo ha l’esigenza di farsi accettare dal gruppo. Incapace com’è di affrontare lo scontro, erroneamente ritiene i suoi atteggiamenti violenti e cattivi un modus operandi per fasi rispettare, per piacere agli altri. Tutti possono diventare cyberbulli, anche perché la maggior parte di loro non avrebbe il coraggio di dire in faccia nulla; quindi, non è necessario che abbia coraggio. Si nasconde dietro a uno schermo e spesso usa profili falsi per cercare di mantenere l’anonimato. All’inizio non c’è nemmeno questa voglia di far vedere che si è il bullo. Poi pian piano se la cosa funziona allora si esce allo scoperto.
Cosa si può fare per aiutare le vittime durante e dopo gli episodi di bullismo? Innanzitutto, per quanto riguarda i bambini,  bisogna continuare ad usare il computer e Internet, non impedir loro l’utilizzo. Mettere le protezioni come il parental control non serve granché contro il cyberbullismo, quanto invece risultano utili spiegazioni ed educazioni sui pericoli della Rete. Nel momento in cui poi ci si accorge che un adolescente è vittima di cyberbullismo, serve un supporto immediato da parte degli adulti, sia i genitori sia gli insegnanti, lavorando sull’incompetenza relazionale del bullo, per aiutare la vittima a recuperare la fiducia in se stesso e  a creare coesione e rispetto all’interno del gruppo. È auspicabile per la vittima anche un supporto psicologico per affrontare ed elaborare quello che è successo, stante le lancinanti ferite lasciate.
Anche il bullo necessita di un percorso di terapia, di comprensione di se stesso e recupero delle competenze relazionali con i coetanei; al di là delle condanne, per i bulli da 14 a 18 anni, a lavori socialmente utili. Esso va rieducato. Deve prendere coscienza della gravità di quello che ha fatto, e nel momento in cui se ne rende conto avrà un crollo. La punizione secondo legge per avere effetto dovrà essere accompagnata da un percorso rieducativo e riabilitativo, per evitare la ricaduta.
In ultimo, è importante coinvolgere il pubblico dei pari e nella denuncia e nel recupero di entrambi i soggetti coinvolti, bulli e vittime.
Per questo parlare ai ragazzi e far capire loro la gravità delle azioni del bullo può servire per rendere attenti gli spettatori sul fatto che prima di tutto devono ignorare l’azione del bullo, secondariamente non devono sostenerla e rafforzarla; indi devono denunciarla. Dato che difficilmente un adolescente o pre adolescente riuscirà da solo a liberarsi dalle catene del bullismo e cyberbullismo, l’aiuto degli adulti sarà una necessità.

Alla Polisportiva C.G. Valmadrera, è spettato l’onere di chiudere il significativo incontro rivolto ai giovani. Qui di seguito le parole espresse dal Suo Presidente Antonio Monti
                          “L’incontro è stato per noi, che operiamo a stretto contatto con la realtà giovanile,  di estrema utilità ascoltare i relatori che ci hanno preceduto e per questo motivo Vi ringraziamo. Polisportiva Centro Giovanile Valmadrera  ASD nacque nel 1974 all’interno dell’Oratorio di Valmadrera, su iniziativa di un gruppetto di giovani i quali, sotto la spinta dell’allora assistente  Don Eugenio Dalla Libera, vollero soddisfare l’esigenza sportiva dei ragazzi dell’Oratorio. L’esperienza ebbe subito successo,  e al  calcio si affiancò dapprima il tennistavolo ( poi cessato), poi il basket e in tempi relativamente recenti la pallavolo. La passione di allora per la Nazionale di calcio olandese che vestiva di arancio fece di quel colore il colore sociale della Polisportiva Valmadrera. Oggi la Società conta ca.450 atleti, tra maschi e femmine, e ca.100 tra allenatori, dirigenti e collaboratori diversi. E’ stato un cammino impegnativo ma nel contempo esaltante, tante sono le generazioni di ragazzi e ragazze passate in Polisportiva, oggi padri e madri di famiglia. Nati nell’ambiente dell’Oratorio, ivi cresciuti e presenti tuttora in quel di Valmadrera…lì vogliamo ancora oggi, attraverso lo sport,  lanciare la nostra sfida educativa: è anche grazie a noi che l’Oratorio è spazio di accoglienza e dialogo, ponte tra l’istituzionale e l’informale, luogo ove poi poter sperimentare proposte d’incontro con Dio, dove trasformare gli incontri virtuali in reali e vivere il passaggio dai tempi della spensieratezza a quelli dell’assunzione della responsabilità. Oggi siamo tutti un po’ social, la tecnologia ci dà la possibilità di avere tanti “amici”, di creare tanti legami…ma quanti amici ci sono davvero prossimi? Ecco, l’esperienza sportiva che noi proponiamo, unitamente all’Oratorio, dà ai nostri ragazzi la possibilità di non chiudersi, di uscire dalle case, di creare veri legami di amicizia, ci confrontarsi con esperienze di ragazzi provenienti da mondi diversi, dà la possibilità di gustare un senso di appartenenza, così importante per quanti vivono esperienze di disgregazione familiare e sociale. I nostri dati ci dicono che ormai circa il 15% degli iscritti proviene da paesi extra-comunitari ed il dato è sicuramente assunto per difetto. Per la maggior parte di loro, Polisportiva C.G. Valmadrera è motivo di accoglienza e di inserimento nella nostra realtà sociale, è integrazione fondamentale. Il compito di tutti noi, dei nostri allenatori, dei nostri dirigenti diventa sempre più impegnativo perché siamo chiamati a far vivere ai ragazzi la bellezza dell’esperienza sportiva che significa gioia ma anche impegno, condivisione della fatica e rispetto delle regole e dell’altro.
Siamo poi chiamati tutti ad offrire loro un ambiente sano, sicuro, bello ed accogliente e parlando del nostro Oratorio si inserisce di diritto il PROGETTO del CAMPO SINTETICO, un progetto più che avviato che si sta realizzando. E’ un sogno che si sta progressivamente concretizzando. Si tratta di trasformare il campo in terra, sconnesso e polveroso in un campo al passo con i tempi ove poter giocare con sicurezza e poter dare al nostro Oratorio un’opera per i ragazzi di oggi e ancor più di domani. E’ tuttavia un’opera che richiede uno sforzo economico non indifferente, è stato costituito a tal fine un Comitato Promotore che dall’Aprile 2017 sta lavorando alacremente per realizzare al meglio quanto serve e raccogliere i fondi necessari, attraverso iniziative diverse. Il preventivo stimato per la realizzazione del campo, delle opere accessorie nonché dell’impianto di illuminazione si aggira attorno alle 300mila euro, ad oggi sono stati raccolti ca.100mila euro. Il cammino è pertanto ancora lungo ma siamo fiduciosi nel raggiungimento dell’obiettivo, che tuttavia ci vedrà impegnati per i prossimi anni. Diciamo perciò GRAZIE a tutti coloro che in vari modi e secondo diverse disponibilità contribuiscono e contribuiranno al raggiungimento di questo importante progetto valmadrerese. Ecco perché il Vostro gentilissimo invito è stato importante per noi, perché ci date la possibilità, attraverso i vostri canali, di sensibilizzare quanti credono nella nostra attività educativa, rivolta a tanti bambini, ragazzi e ragazze e tanti giovani,   di Valmadrera e dintorni, affinché lo sport continui ad essere quel mezzo straordinario di crescita umana e sociale e realizzare così, tutti assieme, qualcosa di bello!”.                                   

È stata una vera lezione di vita, ha commentato la Presidente del Rotary Club Lecco Manzoni, l’Avvocato Dottore commercialista Nicoletta Spagnolo.  
È doveroso formare i giovani a riconoscere i loro momenti di debolezza, le loro cause ed i possibili rimedi.  Bisogna poter contare sull’attenzione e l’apertura degli adulti sui problemi dei giovani, in modo che gli stessi possano trovare, in primis nei genitori e negli insegnanti dei confidenti, dei sostenitori, sempre in grado di aiutarli e supportarli nel momento del bisogno. 
  

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