2018-03-17

“Con Giuditta Pasta, alla scoperta di luoghi d’arte e di musica”

Quest’anno andiamo alla scoperta di luoghi cari alla mezzosoprano e soprano Angiola Maria Costanza Giuditta Negri, nata a Saronno il 26 ottobre 1797, figlia di Carlo Antonio Negri, farmacista speziale di Lomazzo e di Rachele Ferranti, di origine comasca.
Studiò a Milano e intraprese una brillante carriera che la portò nei maggiori teatri europei, dove fece apprezzare la sua voce e soprattutto la sua capacità di interpretazione. Amica di Stendhal e musa ispiratrice di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, che soggiornarono a lungo sul Lago di Como, Giuditta amava trascorrere il suo tempo a Blevio, a Villa Roda. Partecipò ai moti del ‘48 a fianco dei patrioti, piantando sulla vetta del Pizz – il colle di Brunate – la bandiera tricolore, intonando l’inno, per celebrare la vittoria degli insorti. Morì a Como il 1 aprile 1865 e ora riposa nel cimitero di Blevio.

Blevio | Casta Diva Resort & Spa (Villa Roccabruna) – Via Caronti 69
24 marzo | 10h00 – 18h00 (ultimo ingresso 17h00)

In breve: L’Hotel sorge dove un tempo vi era Villa Roda, “buen retiro” sul Lago di Como della famosa cantante Giuditta Pasta, che apportò diversi interventi sia sull’edificio esistente, sia sui giardini, creando anche una Kafeehaus e il Grottino delle Muse, un singolare padiglione in tufo con le riproduzioni dei volti di altre cantanti da lei stimate. Qui, tra il 1830 e il 1860, vennero da lei ospitati molti personaggi della musica e del mondo culturale come Donizetti, Rossini, Bellini, Alessandro Manzoni. Agli inizi del ‘900 la proprietà passò ai Wild, industriali svizzeri, che abbatterono la villa e costruirono Villa Roccabruna, una dimora principesca, soprattutto all’interno. Poi, dagli anni ’60, inizia un periodo di oblio e degrado, che termina con l’acquisto da parte del Gruppo Hotel Residence Club SPA e la conseguente inaugurazione nel 2010 del Casta Diva Resort&spa.
Con gli Apprendisti Ciceroni del Liceo A. Volta di Como, Istituto M. di Canossa e le guide volontarie di C-Lake Today e Mondo Turistico.
Vale la visita perché: Il Casta Diva è tra i resort più esclusivi della zona, sorge in uno dei luoghi simbolo della vita di Giuditta Pasta e finora è stato accessibile solo agli ospiti.
Nota: visite su prenotazione riservate agli iscritti. Prenotazioni: www.faiprenotazioni.it 

Como | Ridotto del Teatro Sociale di Como – Via Bellini, 3
24 e 25 marzo | sabato: 14h00 18h00 domenica: 10h00 – 18h00 (ultimo ingresso 17h00)

In breve: Gli Apprendisti Ciceroni del Liceo A. Volta di Como ci accompagnano in un percorso attraverso il ridotto del Teatro Sociale di Como che, nel 1922 la neo costituenda Società del Casino 1921 affitto dall’Associazione dei Palchettisti e trasformò in un luogo di ritrovo del bel mondo dell’epoca. 


Si visitano la Sala dello Zodiaco, la Sala Pasta, la Sala Bianca e la Sala Turca: ognuna di esse presenta caratteristiche architettoniche e arredi particolari e di pregio.
Vale la visita perché: è la parte forse meno conosciuta del Teatro. 
Nota: sabato alle 11 visita guidata su prenotazione riservata agli iscritti. Prenotazioni: www.faiprenotazioni.it

Como | Conservatorio “G. Verdi”
24 marzo | 10h00 -17h00 (ultimo ingresso 16h00)

In breve: l’attuale Conservatorio occupa gli spazi che dal XV secolo e fino agli inizi degli anni ’30 del XX secolo erano occupati dall’Ospedale Sant’Anna. Costruito con l’intento di riunire i diversi ospedaletti cittadini, dagli anni ’30 agli anni agli anni ’60 del secolo scorso è stato la sede dei Vigili del Fuoco. Segue un periodo di degrado e abbandono terminato con la realizzazione del Conservatorio in una parte degli edifici originari (molti sono stati demoliti). Nei secoli gli ammodernamenti e i rifacimenti sono stati innumerevoli e di molti - ma non tutti! – troviamo ancora traccia.
Con gli Apprendisti Ciceroni dell’ITES Caio Plinio Secondo.
Vale la visita perché: è la prima volta che il Conservatorio viene aperto durante le Giornate FAI di Primavera. L’edificio rappresenta un pezzo importante della storia di Como e ospita una realtà di rilievo nel panorama musicale del presente. La visita è un’immersione nella quotidianità dei comaschi lungo i secoli.
Nota: Sabato alle 17 si svolgerà in Auditorium il consueto concerto gratuito aperto al pubblico. Poiché la capienza è limitata, si invitano gli interessati a ritirare il tagliando per l’ammissione presso la reception del Conservatorio a partire da martedì 20 marzo.

Como | Palazzo Valli -Bruni (già Parravicini) – Via Rodari 1
24 e 25 marzo | sabato: 10h00 18h00 domenica: 10h00 – 16h30            

In breve: Uno dei palazzi più antichi di Como, di pianta medioevale, fu ampiamente ricostruito nel 1600 e adibito ad abitazione privata fino a metà del XVIII secolo quando l'ultimo erede, uomo di Chiesa, lasciò l'intera proprietà alla curia che lo destinò al clero. Dai primi del '900 gli appartamenti furono locati a famiglie comasche e solo recentemente l'intero palazzo è stato liberato per consentire una nuova ristrutturazione che lo riporti al suo antico splendore. Attualmente è la sede dell'Accademia “Giuditta Pasta”.
Con gli Apprendisti Ciceroni del Liceo Musicale Coreutico "Giuditta Pasta".
Vale la visita perché: Il palazzo rappresenta un tassello importante nel tessuto urbano della città, è stato ristrutturato da poco e non è mai stato aperto al pubblico. Durante la visita gli esercizi di canto e di danza degli studenti faranno da sottofondo. Suggestivo.
Nota: domenica alle 17 concerto riservato agli iscritti: “Archi in concerto per il FAI”, su prenotazione (www.faiprenotazioni.it)

Erba | Monumento ai caduti e Licinium – Largo Clerici
24 e 25 marzo | sabato: 13h00 17h00 domenica: 10h00 – 17h00 (ultimo ingresso 16h00)

In breve: Progettato nel 1926 da Giuseppe Terragni, viene realizzato tra il 1928 e 1931. La posizione rafforza il tema dell’ascesa, caro a Terragni, che qui vuole esaltare. Sulla sommità del colle è presente un giardino, organizzato attorno ad un teatro all'aperto, il Licinium, dal nome dell'antico insediamento romano sulla strada che conduceva da Como a Bergamo.
Con gli Apprendisti Ciceroni del Liceo G. Galilei di Erba
Vale la visita perché: il luogo è suggestivo, realizzato dal massimo esponente del razionalismo italiano Giuseppe Terragni, la cui fama – come quella di Giuditta – ha superato i confini locali. 
Note: Un intrattenimento musicale accompagnerà le visite.

Lomazzo | Villa Ceriani – Piazza IV Novembre, 4
25 marzo | 10h00 – 18h00  

In breve: Dimora ottocentesca con un grande parco ricco di essenze arboree. Dopo averne rilevato la proprietà nel primo dopoguerra, dal 1968 il Comune di Lomazzo fece della villa la nuova sede municipale, ampliandola e valorizzandola.
Da quattro anni Villa Ceriani, sede del municipio di Lomazzo, ospita il museo diffuso dedicato a Dolores Puthod, pittrice e scenografa del Teatro alla Scala.
Con gli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto "Fausto Melotti"Associazione alpini, Auser, Volontari civici, Sos, Consulta dello sport e Protezione civile di Lomazzo.
Vale la visita perché: In occasione della Giornata del FAI, il museo presenterà uno speciale allestimento dedicato al Teatro alla Scala e ai suoi protagonisti tra cui Maria Callas e Giuditta Pasta.

Note: Villa Ceriani è punto di ritrovo e partenza dell’itinerario a Lomazzo che comprende la chiesa di S.Siro e la chiesa di S.Vito.

Lomazzo | Chiesa di San Vito – Via della Pace 2
25 marzo | 10h00 – 16h30  

In breve: La mano dell’architetto svizzero Simone Cantoni, che ha lavorato tra la Repubblica di Genova e la Milano austriaca, si vede sulla monumentale facciata e all’interno, con l’aula centrale che rimanda ai dettagli dei saloni del palazzo ducale e conferiscono al grande ambiente a croce greca un sapore intensamente neoclassico. Fra le opere di decorazione pittorica, oltre a due affreschi del Poloni si segnalano le cornici affrescate emerse in occasione dei recenti restauri.

Con gli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto "Fausto Melotti"Associazione alpini, Auser, Volontari civici, Sos, Consulta dello sport e Protezione civile di Lomazzo.

Vale la visita perché: sebbene sia accessibile tutto l’anno, la visita guidata permette di apprezzarne i dettagli.
Note: La chiesa di S.Vito fa parte dell'itinerario organizzato a Lomazzo che comprende S.Siro e Villa Ceriani, punto di ritrovo e partenza.


Lomazzo | Chiesa di San Siro – Via della Pace 2

25 marzo | 12h00 – 18h00  

In breve: Una chiesa che racchiude le opere di diversi artisti degli ultimi secoli: Federico Frigerio, noto progettista a Como del Tempio Voltiano; il pittore Carlo Ferrario, che lavorò insieme a Roberto Fontana, pittore e incisore vicino agli ambienti della scapigliatura milanese; il pittore torinese Luigi Morgari e il pittore Annibale Ticinese. All’ingresso della chiesa si conserva una grande tela contesa per i critici tra la scuola del Morazzone e del manierista veneto Paolo Veronese.

Con gli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto "Fausto Melotti"Associazione alpini, Auser, Volontari civici, Sos, Consulta dello sport e Protezione civile di Lomazzo.

Vale la visita perché: sebbene sia accessibile tutto l’anno, la visita guidata permette di apprezzarne i dettagli.
Note: La chiesa di S.Siro fa parte dell'itinerario organizzato a Lomazzo che comprende S.Vito e Villa Ceriani, punto di ritrovo e partenza.

Rovellasca | Villa Arconati - Crivelli – Piazza Risorgimento
24 marzo | 10h00 – 18h00 (ultimo ingresso 17h30)

In breve: Dimora gentilizia della famiglia Arconati (gli stessi del castelletto di Bollate), la villa è circondata da un notevole giardino all’italiana ed è collegata alle strutture che costituivano – nel 1500 – il borgo di Rovellasca.
Il cancello di ingresso, appartenuto alla Villa Verri di Biassono, fu trasferito a Rovellasca alla fine dell'Ottocento, in seguito al matrimonio di Carolina Verri con il conte Sormani Fumagalli.
Con il Centro di Documentazione di Storia Locale, Associazione Memoria è Futuro,
FotoPrisma, La Limonera di Rovellasca

Vale la visita perché: la Villa è di proprietà privata e non è mai stata aperta al pubblico.
Note: All’interno della Villa verrà allestita una mostra fotografica storica. Al termine della visita sarà possibile accedere alla “Limonera”, un’antica limonaia con un meraviglioso giardino a confine con Villa Crivelli, normalmente utilizzata per matrimoni ed eventi.

BENI FAI:

Tremezzina | Villa del Balbianello – Via Comoedia, 5
24 e 25 marzo | 10h00 – 18h00      

In breve:  L’iniziatore delle meraviglie del Balbianello fu il Cardinal Durini, letterato e mecenate, che a fine Settecento scelse questo angolo lacustre per farne un ritiro di delizia e di svago letterario. Una vocazione recuperata in tempi moderni da Guido Monzino, imprenditore, collezionista e appassionato viaggiatore, che nel 1974 fece della Villa il rifugio dove conservare con ordine e gusto i ricordi di una vita avventurosa che lo condusse, primo italiano, in cima all’Everest. Per sua volontà, nel 1988 la
Fondazione ha preso in carico la rigorosa gestione della Villa, preservandone lo spirito che rivive anche nello stupefacente giardino che il FAI mantiene con la stessa maniacale perfezione. Un tracciato che spazia tra ardite potature e scorci romantici, viali fiancheggiati da statue, terrazze panoramiche e
copiose fioriture, fino a culminare nella Loggia settecentesca che corona l’intero complesso regalando un duplice e aereo panorama. La bellezza e la meraviglia del Balbianello, cui si può accedere anche via lago, sono state la chiave che ha spinto molti registi di Hollywood ad ambientare qui celebri saghe, come quelle di Star Wars e 007.

Vale la visita perché: la Villa si affaccia elegantemente su un ampio panorama che ne fa una delle più scenografiche dimore del Lario.

Note: La Villa si può raggiungere da lago grazie ai taxi boat a pagamento che partono dal Lido di Lenno oppure a piedi, sempre da Lenno. Si tratta di 1 km di distanza con un tratto in salita, percorribile in 25 minuti circa.

Ossuccio | Torre del Soccorso o del Barbarossa – SS340
24 e 25 marzo | 11h00 – 17h00       

In breveLa Torre del Soccorso si erge con la sua massiccia mole quadrangolare in pietra di Moltrasio, ben riconoscibile fra la vegetazione che ricopre il monte Gravona a ridosso dell’Isola Comacina. La costruzione domina il panorama del lago fin dalla sua edificazione, avvenuta fra il XII e il XIII secolo, come parte di un sistema fortificato più ampio, che comprendeva il castello dell’Isola Comacina e le strutture difensive di Sala, Lezzeno e Cavagnola. Nel XII secolo i comaschi, rivali degli abitanti dell’isola a quell’epoca alleati della città di Milano, colpirono a più riprese e resero inservibili le fortificazioni di questa zona. La Torre del Soccorso conobbe quindi per i successivi otto secoli un periodo di profonda decadenza e abbandono, terminato solo nel 1954 per iniziativa di Clemente Bernasconi, già direttore della Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia. Acquistata l’intera struttura, l’architetto promosse una campagna di scavi archeologici e si impegnò a restaurare la torre con l’idea di farla rivivere sistemandovi la residenza estiva della propria famiglia. Nel 2011, grazie a un legato testamentario, la figlia Rita ha voluto lasciare la torre al FAI.

Vale la visita perché: il complesso della Torre offre visuali panoramiche insolite e mozzafiato sul Lago di Como e sull’isola Comacina antistante.
Note: il sito è raggiungibile solo a piedi mediante una mulattiera e un percorso di circa 20 minuti dal parcheggio di Ossuccio all’imbocco della via Sant’Agata

Valsolda, Fraz.Oria | Villa Fogazzaro-Roi – Via Antonio Fogazzaro, 14 
24 e 25 marzo | 10h00 – 18h00      

In breveEsistono luoghi che sembrano rimasti fermi nel loro tempo, impermeabili al succedersi dei secoli e alle trasformazioni del territorio. Così accade a Oria, un piccolo borgo sulle rive comasche del Lago di Lugano, dove il ritmo sembra essere ancora quello ottocentesco che qui scandì buona parte della vita di Antonio Fogazzaro. Lo scrittore trascorse lunghi periodi nella Villa che oggi porta il suo nome e che gli fornì l’ispirazione per comporre e ambientare “Piccolo mondo antico”, il suo romanzo più conosciuto, pubblicato nel 1896. La stessa atmosfera intima e domestica che fa da cornice alla vicenda di Franco e Luisa Maironi è giunta inalterata fino a noi grazie al marchese Giuseppe Roi, pronipote dello scrittore, che a metà Novecento rinnovò e riallestì con gusto ogni ambiente prima di lasciare la casa al FAI perché alla sua morte non venisse snaturata.

Vale la visita perché: Pressoché inalterata dai tempi di Fogazzaro, la Villa è un viaggio a due binari in un piccolo mondo borghese di fine Ottocento.

Note: Si segnalano difficoltà di parcheggio. Per le auto si consiglia il parcheggio pubblico in corrispondenza del bivio per Castello.




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