ENRICO MAGNI
La componente storica del
socialismo e della socialdemocrazia, i suoi derivati in Italia e in Europa, sta
soffrendo pesantemente il passaggio del testimone. L’attuale generazione – la terza
dopo la seconda guerra mondale - ha subito un arresto o un fallimento come per
le aziende economiche familiari di terza generazione.
La terza via di Anthony
Giddens, Tony Blair, Bill Clinton si è chiusa. E’ in atto il boomerang della
globalizzazione: riemergono i localismi, le frontiere, i territori, i dazi.
In Europa l'età media dei
cittadini è salita, sono calate le nascite, è aumenta l'età della popolazione
anziana, è diminuita la popolazione adulta e quella giovanile.
Negli ultimi cinque anni i flussi
migratori in entrata e in uscita in Italia sono stati attivi ma stabili, anche
se la percezione deformante induce a vedere un tasso maggiore d’immigrati: ma
questa è un'altra storia.
Il risultato è che aumentano i
nonni, i nipoti. Tutto questo determina e produce conseguenze geopolitiche
nelle rappresentanze politiche e nelle governance dei singoli paesi.
La terza generazione, pur appoggiandosi
sul patrimonio ereditato e pur cercando nuove strade, si è staccata dai riferimenti
storici senza aggiungere quel plus necessario per incrementare il patrimonio e a
differenza della seconda generazione, lo consuma, lo divora velocemente.
Quelli della seconda generazione
che sono cresciuti a gomito con il padre fondatore, quando prendono il timone
del comando, lo mettono da parte e lo collocano nell'angolo.
Gli stessi, timorosi di fare la
stessa fine, fingono di essere padri-amici-fratelli con i figli e giocano una
falsa partita che, al posto di favorire un processo di trasformazione del
pensiero e di emancipazione, si smarriscono: il padre non è più padre, il
figlio non riconoscendosi più come figlio si sostituisce al padre di seconda
generazione. Invece, il padre fondatore, essendo stato tradito e messo
nell'angolo dal figlio si affida al nipote. I nipoti - fotocopia sbiadita di
figlio-padre - senza un’identità storica generazionale, chiedono di essere
riconosciuti dai nonni.
I nonni, per vendicarsi del
figlio espropriante e traditore, danno in consegna il proprio patrimonio al nipote,
anche se, non sanno chi è, che cosa desidera: l'importante è punire il figlio
traditore.
Il nipote è il fantasma del
proprio futuro generativo e di sicurezza; i nonni sono convinti che i nipoti
sapranno trattarli bene perché sono anziani e sono stati accudenti.
Forse non è un caso che in
Europa, ai vertici dei nuovi partiti, ci siano dei giovani trentenni: coloro
che uccisero simbolicamente il padre-padrone, sono stati allontanati dal potere
da un'alleanza nonni-nipoti.
Il nipote cerca nel vecchio - non
nel padre - la sicurezza, la tradizione, la memoria di un passato rassicurante
e il nonno sogna di ritrovare un mondo più solido e stabile. C'è una delega in
bianco. Ci sono degli oggetti inconsci ambigui e angoscianti dei nonni
proiettati sui nipoti che sollecitano perplessità: in tutto questo c'è il senso
dello smarrimento del futuro. L'assenza dei padri, il fallimento del passaggio
del testimone, risveglia l'angoscia del mito.
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