2018-02-18

Ugo Balatti, a Casa don Guanella di Lecco alle 18 messa in suo suffragio

Cinque anni fa la tragica scomparsa del mandellese, grande appassionato dello sport del pedale



di Claudio Bottagisi
Il giorno dopo la sua scomparsa il sito della Gazzetta dello Sport aveva scritto: “Postino ora in pensione, grandissimo ed esuberante appassionato di ciclismo, per anni aveva corso su strada e nelle “granfondo”. Si era dedicato anche al ciclocross, arrivando a vestire la maglia della Nazionale. Presidente del “Team Extreme Team”, aveva vinto nel 2006 la “Cinque Terre”. Il suo amore per il ciclismo era nato da giovanissimo.
Balatti aveva gareggiato da allievo e poi fino alla categoria dilettanti. Una passione che non aveva mai abbandonato, abbinata all’altro grande amore per la montagne e le scalate”.
Sono passati cinque anni dalla morte di Ugo Balatti. Era il 19 febbraio 2013 e il mandellese era intento a tagliare e a raccogliere legna nei boschi sopra Crebbio di Abbadia Lariana, quando il trattore che lui stesso stava conducendo si era ribaltato, schiacciandolo e lasciandolo esanime al suolo.
Classe 1953, figura carismatica del ciclismo lombardo e non solo, Balatti amava correre, nello sport come nella vita. Amava rischiare e voleva andare oltre le apparenze. Per lui, poi, l’amicizia era un valore. E in effetti aveva molti amici.
Così un anno dopo la sua scomparsa lungo la mulattiera che sale da Crebbio e poco distante dal luogo teatro del tragico incidente era stato inaugurato un cippo “in memoria di Ugo Balatti”.
La “firma” era proprio quella dei suoi amici e della sua famiglia e a farsi promotori dell’iniziativa erano stati i responsabili e gli educatori della “Casa Don Guanella” di Lecco, la comunità educativa alla quale il mandellese si era avvicinato da alcuni anni e della quale condivideva finalità e progetti.
Era stato proprio don Agostino Frasson, direttore della struttura di via Amendola, a benedire quel cippo, una croce in legno con al centro una pietra su cui è raffigurata la Madonna della Divina Provvidenza.
“Ugo non si formalizzava - aveva detto in quell’occasione il sacerdote - e in ogni cosa preferiva andare al sodo. Voleva raggiungere ciò che è essenziale nella vita e noi dobbiamo essere fieri di lui per quel suo saper toccare il cuore di ciascuno. Ci dava gioia e la sua estrosità, che spesso ci faceva sorridere anche quando uscivamo insieme in bicicletta, adesso ci manca”.
“Ugo ci fa riflettere su quanto noi siamo qui soltanto di passaggio - aveva aggiunto don Agostino - e ci sprona a vivere intensamente e facendo del bene, sapendo che la nostra vita è un itinerario verso Dio fatto di esaltazione e di fatica”.
Per anni Balatti aveva disputato corse su strada, rendendosi peraltro protagonista di belle prestazioni anche nelle “granfondo”. Si era dedicato pure al ciclocross, arrivando a vestire la maglia della Nazionale.
Ugo e il “Don Guanella”, si è detto. Quel legame non si è spezzato neppure dopo la sua morte e così domenica 18 febbraio, alle ore 18, nella cappella di “Casa don Guanella” verrà celebrata una messa in suo suffragio.

L’invito ad assistere alla celebrazione eucaristica è rivolto ai familiari e a tutti gli amici di Ugo. Un rito e una preghiera per ricordare.

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