2018-02-24

Mandello. Addio a Charles Lusco, al suo coraggio e alla sua dignità

A fine novembre 2014 le sue tre bimbe erano state battezzate in un’unica cerimonia nella chiesa arcipretale di San Lorenzo

di Claudio Bottagisi
A fine novembre 2014 le sue tre bimbe erano state battezzate in un’unica cerimonia nell’arcipretale di San Lorenzo. E lui, papà Charles, classe 1966, casa in via del Fosso a Mandello, non aveva esitato a dire che quel giorno e quella cerimonia avevano rappresentato per lui “un’emozione grandissima”. “Anche perché la chiesa di San Lorenzo - ci aveva confidato nei giorni successivi con un sorriso - era tutta per noi…”.

Un’unica cerimonia, si è detto, in effetti tutta per loro, con tanto di madrine e padrini e, come si conviene a ogni festa, alla presenza dei parenti più stretti e di qualche invitato.
Poi, negli anni successivi, la grave malattia, da lui affrontata con coraggio e con grande dignità. E sempre con la voglia di sconfiggerla.
Le cure e i ricoveri in ospedale non sono però valsi a fargli vincere la battaglia più difficile e nel pomeriggio di sabato 24 febbraio la comunità mandellese ha tributato l’estremo saluto a Charles Lucien Lusco nella stessa chiesa di San Lorenzo dove Noemi, Rihanna e Chanel (oggi rispettivamente 11, 9 e 5 anni) erano state battezzate.

Nato in Svizzera in un sobborgo di Losanna da genitori italiani e nel nostro Paese dall’età di 7 anni, quando con sua madre Edda Castelletti e con la nonna materna Maria si trasferì a Mandello, dove già viveva suo zio Luciano, Charles Lusco  nell’ottobre 2006 aveva sposato Monica Amayo, originaria del Perù, dove ha vissuto fino al 2004.
Charles e Monica si erano conosciuti nel 2005. Lui lavorava come pizzaiolo ad Abbadia Lariana da quando la Pizzeria Vesuvio si era trasferita da Mandello appunto nella vicina Abbadia. Prima dell’88 aveva lavorato presso una ditta mandellese di materie plastiche e successivamente al ristorante “Giardinetto”, sempre a Mandello, mentre una volta lasciata la pizzeria di Abbadia aveva continuato per qualche tempo a esercitare la professione di pizzaiolo alla “Tavernetta” a Lecco, prima di spostarsi a Bellano.


Poi Lusco aveva attraversato anche lo spettro della disoccupazione, ma in seguito aveva nuovamente trovato occupazione a Varenna. Quindi il manifestarsi della malattia, che purtroppo ora ha avuto il sopravvento.

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