2018-02-11

Lierna. La magìa del Carnevale alla Casa dell’anziano “Pietro Buzzi”


Quest’anno la magìa del Carnevale ha “avvolto” anche la Casa dell’anziano “Pietro Buzzi” di Lierna, struttura ormai nota per le sua creatività e innovazione.

Numerosi i partecipanti al pomeriggio-evento di sabato 10 febbraio: oltre ai 23 ospiti presenti nella comunità alloggio, vi erano infatti familiari, amici, il parroco del paese, don Marco Malugani, e altri anziani della comunità liernese divenuti col tempo frequentatori assidui dei momenti di festa e di condivisione.
Tutti i partecipanti all’evento hanno indossato le tipiche  maschere di Carnevale e si sono improvvisati in balli di gruppo, accompagnati dalla fisarmonica del maestro Giuseppe Bartesaghi di Mandello. 
Alla musica hanno fatto seguito, come da tradizione, una  merenda particolare a base di dolci americani e un momento di animazione con  un’idea tratta proprio dagli Stati Uniti.
“Queste feste che spesso organizziamo - spiega la responsabile della Casa, Emanuela Cariboni - hanno lo scopo di mantenere vivi i rapporti  sociali dei nostri anziani con la comunità e con le loro famiglie”.
“Anche l’idea… americana ha un suo perché - spiega sempre Emanuela Cariboni - Ci sono eventi della nostra vita che proprio perché particolari rimangono impressi nella nostra mente, come indimenticabili, generando emozioni positive che aiutano ad affrontare meglio le difficoltà quotidiane. In questa occasione abbiamo voluto proporre qualcosa che i nostri anziani non avevano mai visto né provato”.

Ecco allora arrivare la coloratissima “antigravity cake”, una torta a tre piani multicolore con illusione ottica. 
Ma le sorprese non finivano lì. Mentre i presenti degustavano il dolce, ecco arrivare il “barattolo della felicità”. Un altro stratagemma ispirato in questo caso dalla scrittrice statunitense Elizabeth Gilbert e realizzato per evocare le emozioni positive.


“La festa di Carnevale 2018 - conclude la responsabile della comunità alloggio lierrnese - ha portato dunque con sé un significato molto profondo: la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare ciò che si ha”.

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