2018-02-22

Le piccole e medie imprese: “No a promesse che non saranno mai rispettate”

L’Api lecchese lancia un grido d’allarme in vista delle elezioni di marzo: “Vogliamo ascoltare proposte concrete per il rilancio dell’economia”



di Claudio Bottagisi
“Siamo tutti molto preoccupati per l’esito delle prossime elezioni e per il rischio che non si possa poi formare un governo che garantisca piena stabilità. Siamo il fanalino di coda della crescita, inutile negarlo. Siamo in fondo e questo dovrebbe far riflettere, eppure continuiamo ad ascoltare promesse, di ogni colore politico, che non potranno mai essere mantenute e a non sentire proposte concrete per il rilancio dell’economia, in grado di rimettere in moto meccanismi che favoriscano la competitività delle Pmi e in generale del mondo del lavoro, di cui vogliamo difendere e tutelare gli interessi”.

E’ un vero e proprio grido d’allarme, quello lanciato giovedì 22 febbraio dall’Associazione piccole e medie industrie della provincia di Lecco. Ed è, al tempo stesso, un invito esplicito rivolto ai candidati alle elezioni del 4 marzo a non prendersi gioco degli elettori e, appunto, a non promettere “di tutto e di più”. “Perché il debito pubblico è un macigno - ha premesso il presidente, Luigi Sabadini - e perché oggigiorno sono pochi quelli che si portano sulle spalle il peso di una intera nazione”.
E’ stato esplicito, il numero uno dell’associazione di categoria di va Pergola. “Tutti gli interventi attuati nel corso degli ultimi anni - ha detto - hanno favorito solo ed esclusivamente le grandi aziende, senza mai agire nell’ottica delle piccole e medie imprese, che di fatto rappresentano la parte viva e sana di questo nostro Paese”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore, Mauro Gattinoni, a giudizio del quale “non è più ragionevole né ammissibile attuare una politica economica che prescinda da interventi seri e concreti”.
Non è un caso che Confapi, la Confederazione italiana delle piccole e medie industrie cui l’Api lecchese aderisce, abbia predisposto un manifesto comprendente una serie di proposte che mettano al centro della politica le imprese. “La pressione fiscale è oltremodo elevata - ha ribadito in sede di conferenza stampa il presidente Sabadini - e incide sulla capacità delle imprese stesse di competere. Da qui la richiesta rilanciata anche dal nostro presidente nazionale, Maurizio Casasco, di abbattere il cuneo fiscale e, in seconda istanza, di detassare gli aumenti salariali”.

“Sì, è tempo di dire basta alle aberrazioni fiscali - ha aggiunto Sabadini - ed è nostro dovere valutare ciò che propongono i politici e non farci ingannare da facili quanto false promesse. Siamo favorevoli a confrontarci con chiunque per aiutare il rilancio dell’economia, perché è un dato di fatto che le misure adottate in questi anni non hanno assecondato gli interessi di chi continua a lavorare e a produrre in Italia”.

Ecco allora il “cosa vogliamo” sintetizzato nel “manifesto Confapi 2018” appunto per dar voce alle Pmi nel dibattito politico in corso in vista delle elezioni: “Vogliamo credere nel nostro Paese, ancora. Vogliamo vedere i nostri sforzi riconosciuti e premiati. Vogliamo crescere, nonostante tutto. E vogliamo una classe politica che ci assomigli, coraggiosa e concreta, e che alla gravità della situazione risponda con la serietà e la responsabilità di chi, come noi, guarda in faccia i propri dipendenti ogni giorno”.

Quindi un ammonimento: “La vita del nostro Paese non è un manifesto elettorale, è molto di più. E ci ricorderemo di ogni parola e sapremo riconoscere chi protegge il valore altissimo delle nostre aziende, dei nostri imprenditori, dei nostri lavoratori”.

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