2018-02-15

Economia, all’orizzonte un quadro tendenzialmente positivo

A rilevarlo sono i dati dell’Osservatorio congiunturale relativo al secondo semestre dello scorso anno realizzato dal Centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio e da Unindustria Como


I dati dell’Osservatorio congiunturale relativo al secondo semestre dello scorso anno, realizzato dal Centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio e da Unindustria Como, delineano un quadro tendenzialmente positivo.

Gli indicatori riguardanti domanda, attività produttiva e fatturato mostrano un incremento che interessa entrambi gli orizzonti temporali di riferimento. Sul versante tendenziale, il raffronto con la seconda metà del 2016 indica una variazione
media del +5,4%.
Il dato congiunturale, misurato attraverso il confronto con il semestre gennaio-giugno 2017, si attesta invece a +2,2% per i tre indicatori, confermando le previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+1,6%).
L’esame della capacità produttiva mediamente impiegata dalle aziende del campione mostra una crescita rispetto ai livelli della prima metà dell’anno: il tasso di utilizzo passa infatti dal 69,6% riscontrato nella precedente indagine al 79,7%.
I dati sull’utilizzo degli impianti non fanno emergere particolari distinzioni tra le imprese fino a 50 occupati e quelle di dimensioni maggiori. Permangono tuttavia differenze tra i diversi settori: le imprese metalmeccaniche rivelano un maggior grado di utilizzo (84,9%) rispetto alle aziende tessili (74%) e a quelle degli altri settori nel loro complesso (77,2%).
Il contributo dell’attività gestita tramite pratiche di subfornitura incide per un ulteriore 8% di produzione e dipende prevalentemente da soggetti nazionali (7,2%).
L’andamento del fatturato negli ultimi mesi del semestre, in particolare tra ottobre e
dicembre 2017, risulta caratterizzato da un aumento degli scambi sia nel mercato
domestico sia per l’export.
I giudizi espressi riguardo le vendite risultano improntati alla crescita per oltre quattro imprese su dieci (43%) su entrambi i fronti. Circa un terzo (31,9%) del fatturato totale viene realizzato all’estero, a conferma della marcata propensione all’internazionalizzazione delle imprese del territorio. Le esportazioni risultano dirette principalmente verso i Paesi dell’Europa Occidentale (16,7% del fatturato totale), area che assorbe la metà del fatturato estero.
Importanti anche gli scambi diretti verso l’Europa dell’Est, gli Stati Uniti, i Brics (2,4%), l’Asia occidentale (1,9%) e l’America Centro-meridionale (1,4%).
Nel caso delle vendite all’estero, si rilevano differenze in base alla dimensione aziendale: le imprese di medie dimensioni (oltre i 50 occupati) realizzano la metà (50,9%) del proprio fatturato grazie all’export, mentre per le realtà più piccole il dato raggiunge un quinto del totale (20,5%).
L’incidenza del costo delle materie prime per le realtà del campione si attesta
mediamente al 37% del totale dei costi aziendali.
Nel corso del secondo semestre 2017, rispetto alla prima metà dell’anno i costi per l’approvvigionamento delle commodities sono risultati in aumento, seppur con entità limitate a tre punti percentuali e con differenze a livello settoriale.
Non si riscontrano particolari criticità nei giudizi riguardanti i rapporti tra le imprese
del campione e gli istituti di credito, caratterizzati in prevalenza dalla stabilità.
Per quanto riguarda le spese e le commissioni applicate, nonché la richiesta di tassi e
garanzie, oltre otto imprese su dieci (82,7%) non segnalano variazioni.
Per quanto riguarda la disponibilità a espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove, oltre due imprese su tre (69,6%) segnalano stabilità.
Anche nel caso dei giudizi riguardanti l’andamento occupazionale emerge diffusa
stabilità, come confermato da tre imprese su quattro (72,5%), a cui si accompagna una prevalenza di indicazioni di crescita rispetto alla diminuzione.
“I dati rilevati a livello territoriale confermano il quadro in miglioramento delineato dal Centro Studi Confindustria - commenta il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva - Già negli ultimi mesi, infatti, il sentiment espresso dai colleghi imprenditori delineava una fase positiva per le imprese del territorio, soprattutto grazie all’export e con un incremento dell’attività produttiva”.
“Questi risultati devono adesso essere consolidati e il sistema produttivo sta mettendo in campo tutte le sue energie - continua Riva - Serve però un contesto di sistema Paese dove la questione industriale sia al centro dell’agenda politica. Proprio per questo Confindustria ha organizzato le sue assise generali: un importante appuntamento di condivisione e di proposta per definire insieme la nostra idea di futuro dell’Italia, in programma a Verona il 16 febbraio”.
La domanda
L’indicatore associato alla domanda mostra un aumento per le imprese di Lecco, Sondrio e Como che interessa entrambi gli orizzonti temporali di riferimento.
Il confronto tendenziale rivela un aumento del +6,2% rispetto al semestre luglio-dicembre 2016; la variazione congiunturale rispetto ai primi sei mesi del 2017 si attesta invece a quota +2%, confermando le previsioni (+1,5%) formulate durante la
precedente edizione dell’Osservatorio.
Le ipotesi per l’andamento degli ordini nei primi sei mesi del 2018 sono positive e si
attestano in media a +4%.
Lo scenario per le realtà lecchesi e sondriesi assume gli stessi toni; è infatti rilevabile
un aumento sia sul versante tendenziale (+5,1%), sia a livello congiunturale (+1,5%). Anche nel caso delle previsioni per i primi sei mesi del nuovo anno è indicata una
crescita del 4%.
L’attività produttiva
L’attività produttiva delle imprese dei tre territori segue sostanzialmente quanto
esaminato per la domanda e registra un aumento. La variazione tendenziale misurata rispetto alla seconda metà del 2016 si attesta a +4,5%; sul fronte congiunturale il dato risulta invece pari a +2,2%, non disattendendo le ipotesi formulate nella precedente edizione dell’Osservatorio (+1,3%).
Le previsioni per la prima metà del 2018 sono fiduciose e rivelano un incremento del +3,1%.
Il grado di utilizzo degli impianti di produzione risulta in crescita di circa dieci punti
percentuali rispetto a quanto rilevato per i primi sei mesi del 2017 (69,6%) e si attesta a quota 79,7%.
Non risultano particolari differenze esaminando le imprese del campione a livello
dimensionale: il dato per le realtà sino a 50 occupati risulta pari a 80,6% mentre nel
caso delle imprese più grandi il tasso medio di utilizzo degli impianti è pari al 78,1%.
Approfondendo le valutazioni sulla base del settore merceologico, è rilevabile un maggior grado di utilizzo per le imprese metalmeccaniche (84,9%) rispetto a quelle degli altri settori (77,2%) e a quelle tessili (74%).
La produzione non realizzata internamente ma affidata a pratiche di outsourcing contribuisce per un’ulteriore quota dell’8%. Le imprese del campione comunicano di
rivolgersi in prevalenza a subfornitori operanti nel mercato domestico (7,2%) mentre in misura residuale ricorrono a soggetti esteri (0,8%).
Le imprese di Lecco e di Sondrio delineano un quadro completamente sovrapponibile. L’indicatore associato alla produzione risulta in aumento sia sul fronte tendenziale (4,3%), sia sul versante congiunturale (3,7%).
La valutazione sull’impiego della capacità produttiva descrive un incremento rispetto ai primi sei mesi del 2017, con un dato medio che si attesta a quota 75,8%.
Anche nel caso delle previsioni per i primi sei mesi del 2018 è indicata crescita (+2,9%).
Materie prime
I costi sostenuti dalle aziende delle tre province per l’approvvigionamento delle
materie prime nel secondo semestre 2017 risultano in crescita ma non fanno emergere
particolari criticità.
Nel confronto con i listini del corrispondente semestre del 2016 si registra una variazione tendenziale del +4,4%; il dato congiunturale misurato rispetto alla prima metà del 2017 si attesta invece a +3,1%.
Esistono differenze a livello settoriale: nel caso delle imprese metalmeccaniche le
variazioni risultano più marcate rispetto a quelle registrate dalle imprese tessili e dalle
realtà degli altri settori (anche per effetto dell’eterogeneità delle produzioni considerate).
L’incidenza media delle materie prime sul totale dei costi si attesta al 37%. I dati esaminati sono confermati anche per il campione delle imprese lecchesi e
sondriesi.
Il fatturato
Le vendite delle imprese di Lecco, Sondrio e Como risultano in crescita, coerentemente con le dinamiche assunte dagli ordini e dall’attività produttiva.
La variazione tendenziale rispetto al semestre luglio-dicembre 2016 si attesta a +5,4%, mentre il confronto con i primi sei mesi del 2017 rivela un incremento del +2,4%, dato che conferma le previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+2,1%).
Le ipotesi per l’andamento del fatturato nella prima metà del 2018 confermano il quadro positivo registrato a fine 2017: la variazione media attesa risulta pari a +3,4%.
Le imprese del campione confermano la loro marcata vocazione all’internazionalizzazione; circa un terzo (31,9%) del fatturato viene infatti realizzato oltre i confini nazionali. La principale area di destinazione delle esportazioni continua a essere rappresentata dall’Europa Occidentale, che assorbe oltre la metà dell’export
(16,3%).
Altri mercati di interesse sono l’Est Europa (3,4%), gli Stati Uniti (3,2%), i Brics (2,4%), l’Asia Occidentale (1,9%) e l’America Centro-Meridionale (1,4%).
La quota di fatturato relativa al mercato domestico risulta pari a 68,1% , mentre nelle
restanti aree del mondo è realizzato complessivamente il 3,4%.
All’interno del campione sono rilevabili alcune differenze: le imprese con oltre 50
occupati sono maggiormente attive sul fronte del commercio internazionale e realizzano oltre la metà (50,9%) del proprio fatturato all’estero mentre la quota delle imprese più piccole si attesta a un comunque rilevante 20,5%.
Nel caso dei diversi settori, l’incidenza del fatturato estero rispetto al totale risulta invece più omogenea: 36,1% per le imprese metalmeccaniche, 31% per le realtà tessili e 35,4% per le aziende degli altri settori.
I giudizi riguardanti l’andamento degli scambi nei mesi finali del secondo semestre 2017, nello specifico tra ottobre e dicembre, delineano uno scenario in miglioramento e coerente con le variazioni assunte dall’indicatore associato al fatturato.
Le aziende comunicano prevalentemente la crescita delle vendite, sia nel mercato
domestico sia per quanto riguarda l’export.
Nel dettaglio, a livello italiano si registrano scambi in aumento per il 43,8% del campione, stabili per il 36,7% e in riduzione per il 19,5%.
Sul fronte delle esportazioni le indicazioni riguardano invece l’aumento per il 43,7% delle imprese, livelli stabili per il 42% e la diminuzione per i 14,3%.
Nel caso delle imprese di Lecco e di Sondrio è delineabile uno scenario simile.
L’indicatore associato al fatturato risulta in crescita sia sul fronte tendenziale (+3,9%), sia sul versante congiunturale (+1,7%), dove vengono confermate le previsioni formulate in occasione della precedente edizione del’Osservatorio (+1,7%).
Anche le aspettative per la prima metà del 2018 sono positive (+4%).
La struttura geografica dei mercati serviti è sovrapponibile con quella esaminata a livello congiunto per i tre territori, con un terzo (30,5%) del fatturato realizzato oltre i
confini nazionali, il ruolo centrale dell’Europa Occidentale e dell’Est, dei Brics e degli Stati Uniti.
I giudizi sull’andamento delle vendite nel trimestre ottobre-dicembre 2017 risultano
prevalentemente improntati alla crescita, sia per quanto riguarda il mercato nazionale
(41,1%) sia nei confronti dell’export (48,6%).
Il credito
Non si rilevano particolari criticità sul versante dei rapporti tra le imprese dei tre
territori e gli istituti di credito, ma lo stesso scenario è rilevabile per il campione delle
realtà lecchesi e sondriesi.
Per quanto riguarda le spese e le commissioni bancarie, la richiesta di garanzie e tassi, si rilevano condizioni stabili per l’82,7% del campione, un peggioramento per l’8,3%, mentre una situazione più favorevole per il restante 9%.
Considerando invece la disponibilità da parte degli istituti ad attivare nuove linee di
Credito, o ad espandere quelle già in essere, è riscontrabile una maggior apertura per
circa un caso su quattro (23,4%), una situazione stabile per il 69,6% e un
peggioramento nel restante 7%.
Lo scenario occupazionale
I giudizi formulati dalle imprese di Lecco, Sondrio e Como riguardo l’andamento
occupazionale tracciano un quadro in cui prevale la stabilità, indicata da quasi tre
imprese su quattro (72,5%). In caso di variazione, risultano però più diffuse le
indicazioni di aumento dei livelli occupazionali (17,7%) rispetto a quelle di diminuzione (9,8%).
Sul versante previsionale per i primi sei mesi del 2018 le imprese delineano uno scenario sovrapponibile a quanto appena descritto: il giudizio prevalente si conferma essere la stabilità ed è ancora rilevabile una maggior incidenza delle indicazioni di crescita rispetto a quelle di diminuzione.
Lo scenario occupazionale per le imprese lecchesi e sondriesi risulta maggiormente
improntato all’espansione dei livelli rispetto a quanto esaminato a livello congiunto.
A fianco dei giudizi di stabilità, comunicati dal 64,5% delle aziende, oltre un’impresa su quattro (27,1%) segnala infatti una crescita della forza lavoro, mentre l’indicazione di diminuzione incide in maniera residuale (8,4%).

Le ipotesi per la prima metà del 2018 confermano lo scenario ora delineato.

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