In questi ultimi mesi sono
comparsi sulla stampa e sui social, numerosi articoli, proclami, slogan roboanti
più o meno ad effetto, riguardanti la situazione che vivono i lavoratori dei
presidi sanitari dell’ASST di Lecco. La CISL FP Lecco Monza Brianza condivide
con i lavoratori che operano nelle strutture ospedaliere e territoriali, come
non sia facile né semplice, continuare a garantire un’assistenza di qualità
degna dell’eccellenza che la sanità lecchese ha sempre dimostrato di poter
erogare.
Una serie di circostanze
negative, di giorno in giorno sempre più pesanti, si sono abbattute sui
lavoratori della sanità pubblica, determinando infine una situazione di criticità
e di esasperazione che, anche nelle assemblee dei lavoratori di Merate e di
Lecco, indette da CGIL, CISL, UIL ed
RSU, sono emerse in maniera
dirompente, portando i partecipanti a chiedere lo stato di agitazione.
Le leggi Brunetta, le campagne denigratorie
sui pubblici dipendenti, il blocco del rinnovo contrattuale, hanno
letteralmente prostrato i lavoratori della sanità, sia nei reparti di degenza
che nei settori amministrativi e tecnici. La carenza ormai cronica di personale
determinata dal blocco delle assunzioni imposta da Regione Lombardia, la
tipologia di assistenza sempre più complessa, i pazienti sempre più complicati
e talvolta maleducati, la burocrazia cresciuta in maniera esponenziale, richiedono
da parte di tutti attenzioni, tempo e disponibilità che stanno portando allo
stremo i dipendenti dei nostri ospedali a tutti i livelli. L’invecchiamento
della popolazione attiva, prodotta dalle leggi Fornero, ha inoltre determinato
un incremento delle limitazioni fisiche per patologie, procurando l’esclusione
da talune attività e dai turni, nonché numerose assenze che, non venendo sostituite
adeguatamente, altro non fanno, che aumentare i carichi di lavoro.
La costituzione poi dell’ASST,
conseguente alla riforma sanitaria regionale, ha prodotto uno spostamento di
numerose attività non accompagnato dallo spostamento del personale, andando a
peggiorare una situazione di per sé problematica.
In questo panorama di immensa
difficoltà per tutti, la CISL FP è sempre stata al tavolo di trattativa con la
direzione, lavorando come sempre nell’ interesse di tutti i lavoratori.
La CISL ritiene sacrosante le
proteste e le azioni di lotta da parte dei lavoratori, ritenendo parimenti
fondamentale il confronto con l’azienda; solo così si possono monitorare i problemi e partecipare ai processi di
cambiamento che sta vivendo inevitabilmente l’ASST di Lecco e più in generale
la sanità Lombarda. Bisogna essere presenti per assicurare ai lavoratori
migliori condizioni di lavoro, incrementare l’utilizzo del part-time, portare avanti
le trattative per i riconoscimenti economici, trovare nuove modalità che
possano conciliare i tempi di vita e di lavoro, favorire l’accorpamento ex ASL
con l’ex A. Ospedaliera per favorire l’attività sul territorio venendo incontro
alle esigenze dei cittadini.
La CISL reputa altresì indispensabile
l’intervento della Direzione ASST presso Regione Lombardia, al fine di sbloccare
il sistema delle assunzioni del personale e delle relative risorse economiche,
che ha portato a questa situazione ormai drammatica. La politica a livello
nazionale e regionale hanno tirato troppo la corda, esercitando l’equilibrio di
bilancio con i tagli alla sanità, che prevedono assunzioni insufficienti a
coprire anche le uscite.
Col nostro modo di fare
sindacato vogliamo rappresentare una grandissima parte di lavoratori, che pur vivendo nel
quotidiano le problematiche e i disagi
comuni a tutti gli operatori, non si riconosce nelle modalità del sindacato aggressivo, violento, volutamente
distruttivo e che mai propone soluzioni ai problemi. Condividiamo con questa
maggioranza silenziosa il pensiero che il
clima conflittuale a tutti i costi serve solo ad esasperare ulteriormente i
rapporti tra i lavoratori, ad acuire una guerra tra poveri senza vincitori e
crea ai cittadini che accedono alle cure dell’ASST di Lecco, un comprensibile
disorientamento e preoccupazione.
Sosterremo democraticamente le
scelte dei lavoratori votate a maggioranza nelle assemblee, perché rappresentano forte segnale di malessere a cui nessuna organizzazione sindacale si può
sottrarre.
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